La sparatoria di ieri, 24 maggio, nella scuola elementare Robb, a Uvalde, in Texas, ha sollevato per l’ennesima volta l’acceso dibattito tra democratici e repubblicani sulla necessità di imporre maggiori restrizioni sull’accesso alle armi. Ma i più alti rappresentanti del Texas, repubblicani, hanno subito messo in chiaro che non faranno alcun passo indietro nella difesa del secondo emendamento della Costituzione americana, che tutela il diritto al possesso di armi. Anzi: molti di loro hanno proposto di potenziare la sicurezza nelle scuole e armare gli insegnanti, affermando che limitare l’accesso alle armi non ha alcuna efficacia.
La proposta dei repubblicani
«Inevitabilmente quando c’è un omicidio di questo tipo, vedi i politici che cercano di strumentalizzarlo, vedi i Democratici e molte persone nei media la cui soluzione immediata è cercare di limitare i diritti costituzionali dei cittadini rispettosi della legge. Non funziona. Non è efficace nel prevenire il crimine», ha dichiarato Ted Cruz, che rappresenta il Texas al Senato degli Stati Uniti. Poi ha proseguito affermando che lo strumento «più efficace» per proteggere i bambini nelle scuole è disporre più forze dell’ordine armate nei campus. Parole simili sono arrivate da Ken Paxton, alleato di Donald Trump e procuratore generale del Texas: «Le persone che sparano alla gente, che uccidono i bambini, non seguono le leggi sugli omicidi. E non seguiranno le leggi sulle armi», ha detto durante un’intervista a Newsmax. «Preferirei di gran lunga avere cittadini rispettosi della legge armati e addestrati, in modo che possano reagire quando succede qualcosa del genere, perché non sarà l’ultima volta». Poi ha rincarato la dose a Fox News: «Non possiamo fermare i cattivi quando fanno cose brutte. Ma possiamo armare e preparare gli insegnanti a rispondere rapidamente. Secondo me questa è la strategia migliore».
Le leggi sul possesso di armi in Texas
Il Texas, che vanta sia il primato per il maggior numero di morti in sparatorie di massa sia il maggior numero di armi registrate nel 2021 negli Stati Uniti (un milione), possiede una delle leggi meno restrittive del Paese nei confronti dell’accesso e del possesso di armi. Proprio sulla scia delle sparatorie di massa alla Santa Fe High School nel 2018 e a un Walmart a El Paso nel 2019, i legislatori dello Stato hanno allentato le norme sul possesso di armi, consentendo ai residenti di circolare con armi in pubblico anche senza un’autorizzazione. E, promettendo alla popolazione di adottare misure che prevenissero simili episodi, hanno approvato una serie di leggi che permettessero l’identificazione di studenti potenzialmente pericolosi, l’istituzione di una scuola di formazione “anti emergenze” per i dipendenti delle scuole e maggiore accesso alle armi per gli insegnanti.
La battaglia dei democratici
Nel frattempo, i democratici cercano di riportare al Congresso la riforma delle armi. Il leader dei democratici in Senato, Chuck Schumer, spera di ottenere un voto rapido su provvedimenti già bloccati in passato dai repubblicani, come quello che rafforza i controlli su coloro che acquistano armamenti. Lo scorso anno, alla Camera, i democratici erano riusciti a far approvare due disegni di legge per aumentare i controlli sui precedenti penali di chi acquista armi da fuoco, ma entrambi si sono poi arenati in Senato, dove i democratici hanno bisogno di almeno 10 voti repubblicani per superare l’ostruzionismo. Secondo gli ultimi sondaggi, la maggioranza degli americani è favorevole a rafforzare i controlli.
Il legame con la Nra
Proprio tra i deputati che avevano cercato di affossare senza successo i provvedimenti alla Camera, c’è Tony Gonzales, il rappresentante del 23esimo distretto del Texas, che ospita Uvalde, luogo della strage. Ieri, il giornalista Ken Rudin ha rispolverato un suo vecchio tweet, datato marzo 2021, in cui si vantava di essersi opposto alle leggi che controllano l’accesso alle armi: «Oggi alla Camera ho votato No a due misure per un maggiore controllo sulle armi. Sono un orgoglioso sostenitore del 2° emendamento e farò tutto il possibile per oppormi al furto delle armi da parte dell’estrema sinistra», recita il tweet. Anche il governatore del Texas, Greg Abbott, è al centro delle polemiche sui social media per un tweet del 2015, in cui esortava i texani ad acquistare più armi, dicendosi «imbarazzato» dal fatto che il Texas fosse secondo alla California per l’acquisto di nuove armi.
«Sono imbarazzato: il Texas è n.2 nella nazione per nuovi acquisti di armi, dietro la California. Alziamo il ritmo texani», scriveva, taggando la National Rifle Association (Nra), l’organizzazione a difesa dei detentori di armi da fuoco. Il congresso annuale della lobby, tra l’altro, si dovrebbe tenere proprio venerdì 27 maggio a Houston, e l’ex presidente Donald Trump, il governatore Abbott e il senatore Cruz sono attesi sul palco. L’ex deputato Beto O’Rourke, l’avversario democratico di Abbott nella corsa al governo di quest’anno, ha invitato Abbott a saltare la convention e dire alla Nra di svolgerla fuori dal Texas. «Governatore Abbott, se hai qualche decenza, ritirati immediatamente dalla convention Nra di questo fine settimana ed esortali a tenerla ovunque tranne che in Texas», ha twittato O’Rourke. Il sito Elections.bradyunited.org, stima che il senatore Ted Cruz finora abbia ricevuto dalla Nra più di 176mila dollari per favorire la lobby delle armi al Congresso.
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