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«I russi controllano quasi tutta Severodonetsk». Kiev: colpito un serbatoio di acido nitrico

31 Maggio 2022 - 21:49 Redazione
Nella città ci sono migliaia di persone intrappolate dal fuoco incrociato: «Temiamo che fino a 12.000 civili rimangano intrappolati nel fuoco incrociato della città, senza sufficiente accesso ad acqua, cibo, medicine o elettricità»

Lo scenario è quello che si temeva negli scorsi giorni: Severodonetsk è diventata la nuova Mariupol. Prima dell’inizio dell’invasione russa, questa città nella zona est dell’Ucraina aveva una popolazione che superava i 100 mila abitanti. Ora è il nuovo fronte di battaglia, il nuovo obiettivo del Cremlino. Il Consiglio norvegese per i rifugiati ha dichiarato che qui c’è il rischio che 12 mila civili rimangano intrappolati. A spiegarlo è stato il segretario generale del Consiglio norvegese per i rifugiati Jan Egeland: «Sono inorridito nel vedere Severodonetsk, la fiorente città dove avevamo il nostro quartier generale operativo, diventare l’epicentro di un altro capitolo della brutale guerra in Ucraina. Temiamo che fino a 12 mila civili rimangano intrappolati nel fuoco incrociato della città, senza sufficiente accesso ad acqua, cibo, medicine o elettricità».

Nell’ultima raffica di bombardamenti è stato colpito anche il serbatoio di un’industria chimica. Secondo il governatore della regione Serhiy Gaidai qui era contenuto acido nitrico: «L’acido nitrico è pericoloso se inalato, ingerito e se entra in contatto con la pelle». Sempre secondo Gaidai, al momento il 90 per cento della città è stato distrutto. L’ambasciatore in Russia dei separatisti del Lugansk, territorio che si trova nella stessa zona di Severodonetsk ha chiesto alla popolazione di non lasciare preparare maschere per respirare: «Non lasciate i rifugi. Preparate le maschere per il viso. Nella fabbrica chimica Azot, un contenitore di prodotti chimici è esploso. Secondo le informazioni preliminari, si tratta di acido nitrico».

TELEGRAM | Canale dell’amministrazione militare del Lugansk

Accuse opposte dalle milizie dell’autoproclamata Repubblica popolare di Lugansk (LPR). Secondo una dichiarazione riportata dall’agenzia stampa Tass, a far saltare il serbatoio sarebbero state le truppe ucraine: «Al fine di creare ostacoli per l’avanzamento di successo delle nostre forze, le unità delle forze armate ucraine, ritirandosi dalla zona industriale di Severodonetsk, hanno tentato di creare una zona di inquinamento chimico e hanno fatto esplodere un serbatoio di stoccaggio di sostanze chimiche nello stabilimento di Azot, presumibilmente contenente acido nitrico».

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