Italiano investito e ucciso dalla polizia a Maiorca, ora indaga la Guardia Civil. «Trovata vodka nella volante»

La magistratura ha revocato l’incarico alla polizia locale. I familiari di Mario Decandia: «Troppi punti oscuri»

La magistratura di Palma di Maiorca ha assicurato «un’inchiesta rigorosa e imparziale» sulla morte di Mario Decandia. Il maître di Tempio Pausania, in provincia di Sassari, è stato travolto e ucciso nella notte tra il 3 e il 4 giugno da un’auto della polizia locale mentre camminava con due amici, un uomo a una donna (che sono in gravi condizioni ma non in pericolo di vita), al Paseig Cabrera, isola pedonale nel cuore di Palma di Maiorca. Il 37enne era appena uscito dal ristorante 49 Steps, dove lavorava. La polizia locale aveva effettuato i primi accertamenti sulla tragedia, ma il magistrato ha revocato l’incarico per garantire l’imparzialità delle procedure. Il comando della locale, secondo i media dell’isola, ha definito la scelta della magistratura «a dir poco sorprendente». Le indagini verranno ora condotte dalla Guardia Civil, la polizia militare spagnola.


«Dalla vettura hanno portato via una bottiglia di vodka»

In conferenza stampa, il comando della polizia locale e l’assessora comunale alla sicurezza hanno sottolineato che l’agente alla guida dell’auto era risultato negativo all’alcoltest e che la pattuglia stava intervenendo per un’emergenza. Ma un giovane inglese ha riferito di una seconda auto della polizia locale giunta subito dopo l’incidente e ha affermato di «aver visto portare via dalla vettura una bottiglia di vodka». Il teste si è rivolto alla Guardia Civil dopo essersi accorto che nel verbale compilato dagli agenti locali della bottiglia di vodka non c’era traccia. In una successiva replica, la polizia locale ha detto che si trattava di un thermos, ma la questione è ancora da chiarire. Il giornale locale Diario de Mallorca scrive inoltre di aver potuto verificare «che la centrale operativa non aveva chiesto all’agente alla guida del veicolo di intervenire su alcuna emergenza».


«Troppi punti oscuri»

Assistiti dal consolato italiano alle Baleari, anche due avvocati spagnoli e uno italiano sono al lavoro su quelle che reputano incongruenze dei verbali e sui primi risultati dell’autopsia. «Mario era un ragazzo d’oro. Ci scriveva “Qui mi sono ambientato e sono come a casa”», racconta lo zio Enea Selis. «Una morte assurda. Ci hanno detto che l’auto andava a fortissima velocità in una zona interdetta al traffico. C’era molta gente, un miracolo che non abbia fatto una strage. Nei verbali c’è scritto che una panchina in cemento armato è stata scagliata a decine di metri. Ci sono tanti punti oscuri e vogliamo sapere la verità». I genitori della vittima, Maria Piera e Piero, vivono a Tempio Pausania, insieme al fratello di Mario. «Non potremo vederlo fino a che non si concluderanno gli accertamenti. Andremo quando si potrà riportarlo a casa», fanno sapere.

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