Il ministro Speranza: «È lo Stato che deve pagare i 5 mila euro chiesti a Mario per il suicidio assistito»

Il ministro della Salute: no all’ostruzionismo del servizio sanitario nazionale

Il ministro della Salute Roberto Speranza interviene sul caso di Mario, il tetraplegico marchigiano che chiede il suicidio assistito. Speranza parla della richiesta di pagare 5 mila euro di spese per l’acquisto del farmaco e delle apparecchiature per l’infusione arrivata all’uomo nei giorni scorsi. «In assenza di una legge lo Stato non si fa carico dei costi dell’assistenza al suicidio assistito», ha spiegato l’Associazione Coscioni, «non eroga il farmaco, non fornisce la strumentazione idonea e il medico». In un editoriale pubblicato su La Stampa Speranza spiega che «in materia di fine vita, è in corso l’iter di discussione parlamentare di una legge attesa da tempo e, naturalmente, il governo non può che guardare con rispetto alle posizioni politico-culturali che si manifestano in un confronto così delicato. Come ho già affermato nei mesi precedenti, nelle more della non più rinviabile approvazione della legge, compito del governo è tuttavia garantire, d’intesa con le Regioni, l’attuazione della sentenza della Corte Costituzione del 2019 sul suicidio medicalmente assistito».


Ma, conclude il ministro, questo non può ostacolare Mario: «Una volta che la procedura di verifica del rigoroso rispetto di tutte le condizioni individuate dalla Consulta sia stato completata, le strutture del servizio sanitario nazionale non possono assumere atteggiamenti ostruzionistici, né è ipotizzabile che i costi siano a carico del paziente che si rivolge, come espressamente previsto dalla sentenza della Corte costituzionale, a strutture pubbliche. Anche su questo aspetto il governo, laddove ve ne sia bisogno, non farà mancare un tempestivo chiarimento e intervento».


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