L’Italia al voto, seggi aperti dalle 7 per il referendum sulla giustizia e il voto in 971 comuni

In tutto sono chiamati al voto 50.915.402 di italiani. Di questi 8.831.743 dovranno scegliere un nuovo sindaco per la loro città

Italia al voto. E per la prima volta dall’inizio della pandemia di Coronavirus non serviranno le mascherine. Dalle 7 alle 23 si potrà votare in tutti i seggi elettorali per i cinque quesiti del referendum sulla giustizia, una consultazione promossa da Lega e Partito Radicale che è divisa in cinque quesiti, dalla Legge Severino alla separazione delle carriere dei magistrati. Oltre al referendum, in 971 comuni si andrà al voto anche per scegliere la nuova amministrazione comunale. Fra questi ci sono anche diversi capoluoghi di regione come Genova, L’Aquila, Palermo e Catanzaro. Secondo l’ultima circolare diffusa dal Viminale, la mascherina ai seggi è fortemente raccomandata ma non obbligatoria.


Quasi 51 milioni gli italiani chiamati al voto: per la precisione 50.915.402, di cui 4.735.783 all’estero. 8.831.743 quelli che invece andranno a votare alle amministrative. Come da regolamento, per i comuni sotto i 15 mila abitanti non è previsto né il ballottaggio, né il voto disgiunto. Vincerà il candidato che riesce a raccogliere più voti. L’unica eccezione è in caso di parità assoluta. Il ballottaggio invece è previsto per i comuni sopra 15 mila abitanti nel caso al primo turno non si riesca ad arrivare alla maggioranza dei voti. Il secondo voto è fissato per il 26 giugno. Per le comunali possono votare anche i cittadini residenti all’estero, sempre che prima si siano iscritti alle liste elettorali.


Le guide di Open per il referendum

In questa giornata Open seguirà in diretta sia l’andamento del voto del referendum che lo spoglio per le elezioni. Se siete ancora indecisi su come votare al referendum vi lasciamo qui due guide che potrebbero tornarvi utili: in una affrontiamo tutti i quesiti spiegando cosa riguardano e cosa comporta la loro abrogazione. Nell’altra invece vi lasciamo l’orientamento per il voto definito dai singoli partiti. Perché il referendum sia valido bisogna superare il quorum fissato al 50 per cento dei voti più uno. L’ultima volta che è stata raggiunta questa soglia era il 2011 con i quattro quesiti su acqua pubblica, energia nucleare e legittimo impedimento.

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