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Elezioni comunali a Palermo, in rivolta gli scrutatori: «20 ore consecutive è sfruttamento»

13 Giugno 2022 - 14:18 Michela Morsa
Gli scrutatori denunciano i turni massacranti e lo spreco di carta. Sui social alcuni annunciano azioni legali

Non c’è pace per Palermo. Dopo i quattro arresti per voto di scambio mafioso (due i candidati al consiglio comunale in manette, Lombardo di FdI e Polizzi di FI), l’attacco hacker alla piattaforma elettorale, che ha mandato in down il sito creando non pochi disagi, e il forfait di quasi 200 presidenti di seggio, oggi, 13 giugno, scatta la rivolta tra i scrutinatori, che parlano di turni inaccettabili da 21 ore. Sui social molti di loro, che durante il fine settimana hanno dovuto sopportare turni massacranti per mandare avanti i seggi elettorali della città, rallentati dall’assenza dei presidenti e dai ritardi nella consegna delle schede elettorali da firmare e vidimare, stanno sfogando la loro rabbia e la loro indignazione, preannunciando azioni legali.

«È una follia – dice uno scrutatore della sezione Montegrappa -. Ieri il turno è stato di ben 21 ore consecutive, dalle 6 del mattino alle 3.30 di questa notte, con appena un’ora di pausa. In più, sabato altre cinque ore per le operazioni preparatorie e per di più avendo ricevuto le schede con un ritardo di 4 ore». «Ho da poco sostenuto l’esame di diritto del lavoro, 20 ore consecutive è sfruttamento vero e proprio», dice un altro scrutatore, studente universitario. Altri, tra cui una studentessa della sezione di Corso Calatafimi, pongono anche il tema dello spreco di carta: «Siamo nell’era del metaverso, mai avevo visto nella mia vita tanta carta: un consumo incredibile e inutile. Soldi sprecati, e gli scrutatori per tre giorni di lavoro massacrante ricompensati con appena 200 euro dallo Stato».

Anche alla base del forfait dei 174 presidenti di seggio, annunciato all’ultimo minuto proprio a causa della paralisi del sito del comune, oltre allo spareggio del Palermo, che si giocava ieri sera la promozione in serie B contro il Padova, ci sarebbero motivazioni economiche. «Ci sono sette schede e nove scrutini da fare: cinque referendum, sindaco, consiglio comunale, presidente di circoscrizione, consiglio di quartiere. Sa quanto prendiamo? 288 euro. Gli scrutatori 208. Per quattro giorni di lavoro, senza orario. Sabato dalle 15,30 alle 2 di notte. Oggi dalle 6 e chissà quando si finisce. Domani si farà notte e probabilmente bisognerà tornare anche martedì. Almeno 40 ore. Cinque-sette euro l’ora, altro che salario minino», ha denunciato anonimamente uno dei presidenti disertori.

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