Cattolica, il 22enne arrestato nega lo stupro fuori la discoteca. L’avvocato: «Dal pronto soccorso nessuna conferma sulla violenza»

L’avvocato difensore ha chiesto la scarcerazione e gli arresti domiciliari. La ragazza conferma la prima versione dei fatti: «Felice di aver trovato il coraggio di denunciare»

«Non l’ho violentata». Respinge tutte le accuse il 22enne albanese arrestato domenica 12 giugno dai carabinieri di Cattolica con l’accusa di violenza sessuale ai danni di una giovane di 20 anni, aggredita nel parcheggio di una discoteca al termine della serata del 11 giugno. La ragazza, che ha sporto denuncia la sera stessa, ha raccontato di aver conosciuto il giovane, residente a Vallefoglia, in provincia di Pesaro-Urbino, all’interno del locale, mentre entrambi erano in compagnia dei rispettivi amici. Lui l’avrebbe convinta a uscire dalla discoteca, per poi trascinarla con forza in una delle stradine che portano al parcheggio. Lì, il 22enne avrebbe provato a baciarla e palparla e, al suo rifiuto, l’avrebbe violentata. La ragazza ha raccontato di averlo implorato di smettere, finché non è riuscita a liberarsi e tornare dalle sue amiche all’interno del locale, che hanno avvertito i carabinieri.


La difesa

Il giovane, ascoltato questa mattina, 14 giugno, dal giudice del tribunale di Rimini e difeso dall’avvocato Marco Defendini del Foro di Pesaro, dice di non aver costretto la giovane a subire il rapporto sessuale, che sarebbe stato a suo dire consenziente. «È per noi una violenza anomala. La ragazza non aveva abrasioni né segni di lesioni. Il pronto soccorso infatti conferma il rapporto, ma non la violenza», ha detto il suo difensore, che ha chiesto la scarcerazione e gli arresti domiciliari con braccialetto, per consentire al 22enne di continuare con il suo lavoro regolare da muratore. Il giudice non ha ancora preso una decisione.


La testimonianza

La giovane, ascoltata di nuovo dai carabinieri, ha confermato la prima versione dei fatti. «Mi sono fidata di lui: pensavo che nel locale la musica fosse troppo alta, e che volesse solamente parlare in un luogo meno rumoroso. Mi sembrava un bravo ragazzo e invece si è trasformato in un mostro. Non avevo alcun interesse per lui, e non potevo immaginare avesse quelle intenzioni», ha riferito la giovane aggredita. Che si definisce «devastata, ma felice di aver trovato il coraggio di denunciare. Tutte le ragazze che subiscono delle violenze dovrebbero farlo. Ora spero che paghi per quello che mi ha fatto, e anche per quello che ha fatto al mio amico. Mi sento molto in colpa per quello che gli è successo», ha aggiunto.

Il riferimento è alla rissa che sarebbe scoppiata dopo la violenza sessuale, quando le amiche delle ragazza, che hanno iniziato a inveire contro il gruppo di albanesi, sono state raggiunte da un paio di amici, che le avevano accompagnate lì in macchina per poi trascorrere la serata in un locale vicino. I ragazzi si sono scontrati e lo stesso 22enne indagato ha colpito con un pugno e un calcio uno degli amici della ragazza, a cui lei aveva mandato un messaggio con una richiesta di aiuto.

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