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Perché uno studio israeliano non dimostra un incremento del 25% dei problemi cardiaci nei vaccinati anti Covid

16 Giugno 2022 - 12:54 Juanne Pili
Torna in circolazione un paper su presunti problemi cardiaci nei giovani vaccinati, nonostante evidenti limiti di metodo

L’Ansa ha recentemente rilanciato uno studio apparso ad aprile su Scientific Reports riguardante un presunto incremento del 25% dei problemi cardiaci in soggetti tra i 16 e 39 anni in Israele, correlato ai vaccini contro il nuovo Coronavirus. Non sono mancate le condivisioni su Facebook da parte di pagine apprezzate negli ambienti No vax. Si tratta dello stesso paper citato tra diversi altri da Giovanni Frajese alla Camera dei deputati, che avevamo analizzato nel progetto Open Fact-checking. Vediamo di cosa si tratta realmente.

Per chi ha fretta:

  • Lo studio in oggetto non si basa sui dati del mondo reale, bensì su segnalazioni telefoniche.
  • I ricercatori non distinguono correttamente gli eventi avversi della Covid-19 da quelli che sarebbero riconducibili ai vaccini.
  • Gli stessi autori non pretendono di stabilire una correlazione certa, tanto meno un collegamento causale.

Analisi

Nelle condivisioni segnalateci da Facebook possiamo leggere didascalie come la seguente, che poco hanno a che fare con la reale natura dell’articolo citato:

Vaccini, in Israele +25% problemi cardiaci fra 16 e 39 anni.
Ormai è sotto gli occhi di tutti, anche in Italia…….. tutti conosciamo persone che ogni giorno muoiono improvvisamente……. di tutte le età……. la correlazione con il vaccino non solo è evidente …… ma è certa……. nonostante sia scientemente negata……

Purtroppo l’Ansa ha inconsapevolmente agevolato chi usa lo studio per produrre contenuti pseudoscientifici: innanzitutto non si menziona l’avviso che la Rivista ha messo in evidenza (presente dal 5 maggio 2022), in quanto quel che suggeriscono gli autori, sono ancora piuttosto controverse e soggette a critiche da parte di altri scienziati:

Si avvisano i lettori che le conclusioni di questo articolo sono soggette a critiche che sono al vaglio della redazione. Un’ulteriore risposta editoriale seguirà una volta che a tutte le parti sarà stata data l’opportunità di rispondere in modo completo.

Facciamo notare che i colleghi di Butac (Bufale un tanto al chilo) hanno già cercato di contattare l’Agenzia di stampa per chiedere una rettifica, proprio in ragione delle mancanze che segnaliamo anche noi:

Ci tocca alla fine riparlare di qualcosa di cui, brevemente, avevamo già parlato a inizio maggio – continua Butac -, ci tocca perché continuate a segnare quest’articolo di ANSA della settimana scorsa, articolo di cui avevamo cercato la rettifica taggando ANSA sia su Facebook che su Twitter, senza però aver ricevuto alcun cenno di vita.

Scientific Reports | La rivista ha messo in evidenza un avviso, che l’Ansa omette di riportare, nonostante sia presente dal 5 maggio 2022.

Infine, l’Ansa rafforza il messaggio citando acriticamente il virologo Francesco Broccolo, dell’Università di Milano Bicocca, già autore di precedenti affermazioni controverse, che hanno portato il suo Ateneo a prenderne le distanze. Secondo Broccolo, lo studio in oggetto «si basa su dati del mondo reale, non estrapolati dai trial […] I dati riportati in questa ricerca sono in accordo con quanto finora si è osservato in Germania e in Scozia, come rilevano gli autori del lavoro – osserva Broccolo – È un risultato che dovrebbe sollevare l’attenzione da parte dei medici e dei soggetti vaccinati sui segni clinici riportati nella popolazione della fascia d’età compresa fra 16 e 39 anni». Tutto questo viene riportato dall’Ansa senza tener conto del contesto reale.

Uno studio fuori dal «mondo reale»

L’articolo in oggetto, «Increased emergency cardiovascular events among under-40 population in Israel during vaccine rollout and third COVID-19 wave», certamente vuole trovare una correlazione, il problema è che questa non indica necessariamente un collegamento causale, tanto più, che come spiegato dall’Ansa, si basa su mere segnalazioni telefoniche (elemento che facevamo notare anche nella nostra analisi precedente). Infatti, secondo gli autori, lo studio «mira a valutare l’associazione tra il volume di arresti cardiaci e le chiamate per sindrome coronarica acuta al EMS nella popolazione di 16-39 anni con potenziali fattori, compresi i tassi di infezione e di vaccinazione per COVID-19. “Nel periodo gennaio-maggio 2021 è stato rilevato un aumento di oltre il 25% in entrambi i tipi di chiamata, rispetto agli anni 2019-2020.”». Tutto questo è interessante, per carità, ma è ben lontano dal dimostrare alcun che. Sono gli stessi autori a spiegare che non hanno dimostrato un collegamento tra vaccini e arresti cardiaci, mentre citano quello ancora oggetto di indagine con la miocardite.

Le condizioni avverse cardiovascolari sono causate da infezioni da coronavirus 2019 (COVID-19) e segnalate come effetti collaterali dei vaccini COVID-19 – continuano i ricercatori -, Pur non stabilendo relazioni causali, i risultati sollevano preoccupazioni per quanto riguarda gli effetti collaterali cardiovascolari gravi non rilevati indotti dal vaccino e sottolineano la relazione causale già stabilita tra vaccini e miocardite.

Le critiche della Sanità israeliana

Ma in cosa consistono le critiche a cui fa riferimento la nota della rivista e che l’Ansa ha omesso? Suggeriamo a questo proposito l’analisi della collega Sylvie Coyoud (Ocasapiens) apparsa nel suo blog due giorni prima che Scientific Reports aggiornasse il paper con la nota sopra citata.

Siccome in ambulanza gli infermieri non chiedevano ai pazienti se erano vaccinati e da quando, o se avevano avuto sintomi di covid – continua Coyoud -, gli autori usano modelli per stabilire una correlazione. […] Nella seconda metà del 2020 è diventato chiaro che il covid poteva causare eventi cardiaci. E nei primi mesi del 2021 che le miocarditi restavano rare, ma più frequenti dopo la seconda vaccinazione e negli uomini che nelle donne. […] Si è capito proprio perché le ricerche auspicate sono state fatte – lo sono tuttora – dalle autorità sanitarie in Israele, e in molti altri paesi, in base ad anamnesi e diagnosi un tantino più precise del codice assegnato dai volontari del MDA ai diversi eventi cardiaci dopo un elettrocardiogramma e/o una defibrillazione.

Del resto, la Sanità israeliana già il 29 aprile aveva invitato la cittadinanza su Twitter a non prendere sul serio questo genere di pubblicazioni:

Il test completo eseguito dal Ministero della Salute è disponibile sul sito Web ed è altamente raccomandato leggere e comprendere che lo studio pubblicato inganna semplicemente i lettori.

Conclusioni

L’Ansa ha riportato uno studio apparso ad aprile su Scientific Reports su un presunto collegamento tra vaccini e cardiopatie – dove si parla anche di arresti cardiaci sotto i 39 anni -, riportando acriticamente i commenti del virologo Broccolo. Tutto questo nonostante il paper sia stato oggetto di pesanti critiche, visti i pesanti limiti. Gli autori non distinguono chiaramente tra eventuali eventi avversi della Covid-19 e della vaccinazione, inoltre si basano su mere segnalazioni telefoniche.

Questo articolo contribuisce a un progetto di Facebook per combattere le notizie false e la disinformazione nelle sue piattaforme social. Leggi qui per maggiori informazioni sulla nostra partnership con Facebook.

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