Ue, nuovo veto dell’Ungheria: Budapest si oppone alla minimum tax

La posizione ungherese è stata espressa durante l’Ecofin

Ancora una volta l’Ungheria si mette contro tutta l’Unione europea. Secondo quanto hanno raccontato fonti diplomatiche durante la riunione dell’Ecofin di oggi, 16 giugno, l’Ungheria ha preannunciato un nuovo veto sull’adozione della minimum tax al 15% per le multinazionali che lavorano nel territorio dell’Unione. In precedenza era stata la Polonia ad aver espresso il suo no, ma Varsavia aveva poi annunciato che avrebbe ritirato il veto. Quello dell’Ungheria rischia di essere un ostacolo complesso per l’approvazione della misura, visto che per dare il via libera è necessaria l’unanimità di tutti i Paesi membri. Secondo le fonti europee citate dall’agenzia stampa Ansa, le altre delegazioni avrebbero accolto con stupore la posizione dell’Ungheria. Budapest infatti sostiene che vista la fase economica è necessario prendere più tempo per definire come organizzare la minimum tax. L’obiettivo di questa tassa è quello di riportare gli introiti delle multinazionale nei Paesi dell’Ue dove operano: una strategia che si pone contro i paradisi fiscali e che contro le aziende che fatturano miliardi di euro fuori dai loro Paesi senza però pagare tasse, a partire dalle Big Tech. In tutto questo Budapest sta aspettando dall’Unione europea il via libera per il suo Pnrr. 


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