In Liguria le persone transgender potranno vedere riconosciuta la propria identità sugli abbonamenti del trasporto pubblico locale. Sull’esempio di Ravenna– prima città in Italia a consentire il nome di elezione sull’abbonamento ai mezzi pubblici al posto di quello anagrafico – la Regione s’impegna a riconoscere il diritto all’autodeterminazione delle persone non binarie. Il passo decisivo è stato compiuto oggi in Consiglio regionale con l’approvazione all’unanimità dell’ordine del giorno presentato da Pd e Articolo 1. La Giunta di Giovanni Toti dovrà avviare un percorso perché le persone transgender vedano la propria identità riconosciuta anche a bordo dei mezzi pubblici del trasporto locale.
Evitare il coming out forzato
«Un passo in avanti verso la difesa dei diritti, la riduzione delle discriminazioni, il rispetto dell’identità di genere e della privacy», l’ha definito il capogruppo dem Luca Garibaldi, che ha presentato la proposta in Consiglio. «Con l’ordine del giorno si apre un percorso per valutare le procedure più idonee a garantire l’erogazione di abbonamenti nominativi verificabili alle persone transgender con il proprio nome di elezione. Inoltre – prosegue Garibaldi – si prevede la possibilità di corsi di formazione del personale addetto al controllo per garantire la tutela della privacy. In questo modo le persone transgender non sarebbero costrette a fare coming out forzato nel momento in cui devono dimostrare la propria identità a delle persone estranee». Questo perché, spiega l’assessore ligure alle Pari opportunità, Simona Ferro, «molto spesso esistono situazioni in cui il coming out è quasi forzato dalle circostanze. Rientra tra i poteri del controllore, in quanto pubblico ufficiale, verificare se vengano poste in essere violazioni, redigere verbali di contestazione e chiedere le generalità del passeggero. Chi si rifiutasse di fornirle o ne fornisse di false, commetterebbe reato».
Immagine di copertina: EPA/HAYOUNG JEON
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