Conte rompe il silenzio dopo lo strappo di Di Maio: «Sostegno a Draghi non è in discussione. Dimettermi? E perché?» – Il video

Ostenta tranquillità l’ex premier dopo l’addio del ministro degli Esteri dal M5s. Attesa questa sera la riunione dei gruppi parlamentari

Nessuna intenzione di uscire dal governo, né tantomeno di dimettersi. Giuseppe Conte parla per la prima volta, dopo lo strappo di Luigi Di Maio che ieri ha annunciato l’addio al M5s e la nascita del suo nuovo movimento, Italia per il futuro. Alla fine del vertice grillino straordinario di oggi 22 giugno, Conte con Roberto Fico alle spalle ha ribadito: «Il sostegno a Draghi non è in discussione». E a chi gli chiede se ora, dopo l’importante emorragia di parlamentari, pensa di lasciare la presidenza del M5s, l’ex premier un po’ innervosito ha risposto: «E per quale motivo?».


Anche se il leader ostenta sicurezza, il terremoto c’è stato e come. Da quando Luigi Di Maio ha annunciato l’addio, costituendo un nuovo gruppo parlamentare che ha fortemente indebolito la presenza dei grillini in parlamento – ora alla Camera non sono nemmeno più il gruppo più numeroso – , le riunioni di Conte si susseguono l’una con l’altra. Stasera è attesa la riunione dei parlamentari la cui accelerazione, secondo alcune ricostruzioni, è tra gli elementi che hanno indotto il titolare della Farnesina ad andare subito verso lo strappo e fondare Insieme per il futuro. Tra l’altro anche Di Maio vuole riunire i suoi a stretto giro: domani terrà l’assemblea congiunta dei nuovi gruppi di Camera e Senato, programmata per le 14.30 e sempre domani si decideranno simbolo e capigruppo.


Ieri Conte aveva fatto trapelare che, a prescindere dalla scissione, il sostegno al governo da parte del M5s non è in discussione. La pensa certamente così il ministro Stefano Patuanelli, uscito poco fa dalla sede del Movimento: «L’appoggio al governo non è in discussione», ha detto. Più prudente il deputato Stefano Buffagni: «Restare nel governo? Valutiamo vediamo, ci dobbiamo riflettere non vi pare? Secondo me sarà uno dei tanti temi da affrontare».

Quanto pesa Ipf

Ipf già conta 51 deputati e 11 senatori e non esclude di allargarsi. Ne parla esplicitamente Sergio Battelli, presidente della commissione Affari europei della Camera: «Molti colleghi sono in sofferenza, vediamo come va l’assemblea di stasera», dichiara all’Ansa. Di certo i vertici del Movimento per ora non controllano completamente la situazione: giusto stamattina, poco dopo che da Roma qualcuno aveva rassicurato che nel Parlamento europeo non ci sarebbero state defezioni, due eurodeputati sono andati con Ipf. Per il nuovo partito di Di Maio arrivano le prime aperture di credito. Vincenzo De Luca ha detto che il ministro può essere un’interlocutore e persino Maria Elena Boschi, che con il Movimento ha sempre avuto un pessimo rapporto, dice di voler aspettare per verificare cosa farà come capo di una formazione moderata.

Intanto gli ricorda il passato: «Il ministro degli esteri ha fatto un’inversione di rotta, si potrebbe dire un’inversione a ‘U’, spiegando che uno non vale uno dopo che per anni la propaganda vuota grillina ci ha spiegato il contrario, ha elogiato il presidente Mattarella dopo averne chiesto la messa in stato di accusa, ha abbracciato la scelta atlantista ed europeista dopo aver promosso un referendum contro l’euro, o chiesto una svolta sull’energia dopo quello che ha fatto su Eni, tap, trivelle. Sembra avere abbandonato il giustizialismo e l’aggressione ad personam per aprire a un timido garantismo. Ce ne rallegriamo, ma sarà il tempo a dirci se il ravvedimento è operoso».

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