In Evidenza ENISiriaUSA
POLITICAGoverno DraghiLavoro e impresaReddito di cittadinanzaRenato BrunettaSalario minimo

Brunetta ancora contro salario minimo e Reddito di cittadinanza: «Distruggono il mercato del lavoro»

23 Giugno 2022 - 17:44 Ygnazia Cigna
Renato Brunetta
Renato Brunetta
Il ministro per la Pubblica amministrazione ha parlato durante il Festival del Lavoro a Bologna

«Se mettiamo insieme il salario minimo, che uccide la contrattazione, con il reddito di cittadinanza, noi abbiamo distrutto il mercato del lavoro». Sono le parole del ministro per la Pubblica amministrazione Renato Brunetta al Festival del Lavoro a Bologna, che torna a ribadire il suo no a queste misure. Inizia il suo intervento denunciando il «catastrofismo» di Confindustria, i consulenti del lavoro, che hanno parlato di recessione tecnica. Sul fronte del mercato del lavoro si dice ottimista sottolineando che «abbiamo il record di occupati», e che le diverse problematiche che si stanno verificando sono dovute ai cambiamenti in corso nel settore lavorativo. «Sì, abbiamo tante dimissioni, ma vengono dal fatto che c’è un mercato del lavoro che sta funzionando, tanto nel settore pubblico quanto nel settore privato», ha detto. «Sta cambiando il mondo per il fatto che esistono 230-240 miliardi di investimenti pronti a partire, alcuni già partiti, e che si stanno realizzando le riforme».

«Transizione digitale? È in corso»

Sollecitato su quale sia la situazione della transizione digitale della pubblica amministrazione, il ministro Brunetta ha risposto dicendo che è in corso d’opera. «Io posso dire che ho sbloccato il turnover, i contratti, i concorsi, sto implementando insieme al ministro Vittorio Colao la transizione digitale e sto realizzando tutto il mio programma. Naturalmente abbiamo una qualche arretratezza ma non dappertutto». Sul fronte della Sanità, ha detto che la gestione pandemica italiana dal punto di vista digitale sarebbe stata superiore a quella «della Germania e di altri Paesi europei». Poi commenta: «Abbiamo luci, ombre, squilibri. Ma non siamo così arretrati come ci descriviamo noi stessi».

Leggi anche:

Articoli di POLITICA più letti