Ddl Concorrenza, confermato lo sciopero dei taxi del 5-6 luglio contro la liberalizzazione

Intanto continua la mediazione politica. Sono 40 al momento le richieste di modifica al testo, presentate da FdI, Lega, Pd e Leu

Martedì 5 e mercoledì 6 luglio ci sarà uno sciopero dei taxi di 48 ore. Il motivo è l’articolo 10 del Ddl concorrenza, che i conducenti delle auto bianche vorrebbero stralciare e che aprirebbe alla liberalizzazione del settore. I tassisti sono sul piede di guerra per evitare di dover subire la concorrenza dei servizi di noleggio con conducente e di app come Uber e Lyft, che mettono in contatto clienti e autisti privati. I passaggi contestati dell’articolo 10 sono principalmente due: il primo è quello dove si menziona «l’adeguamento dell’offerta di servizi alle forme di mobilità che si svolgono mediante applicazioni web che utilizzano piattaforme tecnologiche per l’interconnessione dei passeggeri e dei conducenti»; il secondo invece è «la promozione della concorrenza, anche in sede di conferimento delle licenze, al fine di stimolare standard qualitativi più elevati». Il parlamento dovrebbe approvare il testo entro il 22 luglio.


Il tentativo di mediazione e gli emendamenti

Lunedì, la viceministra alle Infrastrutture e ai Trasporti Teresa Bellanova incontrerà i sindacati dei tassisti per un ultimo tentativo di mediazione e una «riflessione nel merito» che vada oltre la richiesta di stralcio. Nel frattempo, però, si moltiplicano gli emendamenti al decreto per accogliere le richieste dei tassisti. Sono quaranta, presentati da FdI, Lega, Pd e Leu. Solo +Europa, riporta La Stampa, chiede «l’apertura del settore a servizi a forte contenuto tecnologico come le app, senza se e senza ma, allineando il Paese a quelli più avanzati».


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