Svizzera, assolti Platini e Blatter dalle accuse di corruzione: per i giudici nessuna truffa alla Fifa

Accolta la versione della difesa: il pagamento al tre volte Pallone d’Oro era previsto fin da subito, ma all’epoca dei fatti – 1999 – la Fifa non aveva i fondi per versarlo

Sono stati scagionati oggi 8 luglio dalle accuse di corruzione l’ex presidente della Fifa Sepp Blatter (1998-2015) e l’ex presidente della Uefa (2007-2015) Michel Platini. I due erano a processo al tribunale di Bellinzona, in Svizzera, per una presunta frode, facilitata da Blatter, che avrebbe illecitamente portato nelle tasche di Platini 2 milioni di franchi svizzeri provenienti da fondi Fifa, nel 2011. Sugli imputati pendevano un anno e otto mesi di reclusione. Secondo la versione dei due, tra loro era in essere un gentleman’s agreement orale riguardo il periodo in cui l’ex giocatore della Juventus lavorava come consulente tecnico della Fifa presieduta da Blatter, tra il 1998 e il 2002. Due milioni di euro era il compenso pattuito per la consulenza, ma all’epoca non fu possibile versarli a causa dei problemi finanziari della federazione, che non poteva permettersi stipendi maggiori di 300 mila euro l’anno. Il rimanente milione di stipendio venne quindi saldato a Platini successivamente, suscitando l’attenzione delle autorità del fisco. Il trasferimento venne individuato nell’ambito di un’indagine del Dipartimento di Sicurezza degli Stati Uniti.


Il gioco delle presidenze

Nell’anno in cui fu versato il compenso a Platini, Blatter era in corsa per la rielezione a presidente della Fifa, mentre Platini era presidente della Uefa. Il sospetto che ha portato all’indagine è che il pagamento fosse un tentativo di Blatter di indurre Platini a mobilitare i voti della federazione europea a favore dello svizzero. Alle fine, al seggio di presidente della Fifa salì l’italo-svizzero Gianni Infantino, che detiene la carica tutt’oggi. Platini ha sempre sostenuto che il processo sia stato un modo di interrompere la sua corsa alla presidenza della Uefa, ora in mano all’anglo-sloveno Aleksander Čeferin.


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