Quarta dose, Bassetti boccia la fretta di Speranza: «Così sarà un fallimento»

«Non si può organizzare una campagna vaccinale da un momento all’altro. Partiamo in maniera rigorosa dal primo di settembre», ha detto il primario ai microfoni di Radio Capital. Sui vaccinati «bisogna dare indicazioni di carattere generale senza essere così ferrei come siamo stati fino a oggi»

«Questa campagna vaccinale sarà un fallimento».  Lo dice chiaro e tondo il direttore del reparto di Malattie infettive del Policlinico San Martino di Genova, Matteo Bassetti, ai microfoni di Radio Capital. «Non si può organizzare una campagna vaccinale da un momento all’altro. Vogliamo fare le vaccinazioni ad agosto, correndo, e invece rischiamo di avere lo stesso insuccesso della campagna sulla quarta dose. Partiamo allora in maniera rigorosa dal primo di settembre», prosegue l’esperto, secondo cui è necessario un cambio di strategia rispetto agli anni passati.


La raccomandazione sul secondo booester

Il suo altolà arriva quasi a smorzare l’enfasi dell’ultimo proclama del ministro della Salute Roberto Speranza, che dopo l’apertura congiunta di Ema (Agenzia europea dei medicinali) ed Ecdc (Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie) alla somministrazione della quarta dose anche per gli over 60, non ha battuto ciglio: «Apriremo immediatamente sui nostri territori la somministrazione della quarta dose anche alle persone sopra i 60 anni. Guai a pensare che la battaglia contro il Covid sia vinta, è ancora in corso e dobbiamo tenere un livello di attenzione e di prudenza».


Le precauzioni necessarie con gli anziani

Che la guerra al virus sia ben lungi dalla fine è chiaro a tutti, anche a Bassetti. Ma a proposito della variante Omicron, l’infettivologo insiste: «Fermare questa variante è impossibile. Noi dobbiamo concentrarci dove il virus fa più danni e oggi il virus fa danni tra le persone anziane e immunodepresse. Con loro bisogna prestare attenzione, usare mascherine e fare richiami vaccinali. Per il resto della popolazione, se sono vaccinate e in alcuni casi hanno anche già incontrato il virus e sono guariti, bisogna dare indicazioni di carattere generale senza essere così ferrei come siamo stati fino a oggi».

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