Il presidente del Consiglio Mario Draghi è pronto a salire al Colle se il Movimento 5 Stelle non voterà il Dl Aiuti in Senato. Dopo la fiducia alla Camera infatti a Palazzo Madama il M5s è combattuto: l’idea del partito di Conte è di lasciare l’aula al momento del voto. E intanto aspetta «un segnale» da Draghi sulle condizioni dei grillini per rimanere nel governo. Ma proprio per questo Draghi ha già pronto un piano B. Che prevede la visita a Mattarella prima e la verifica di governo poi. Per un Draghi bis senza M5s? Il premier lo ha escluso in più occasioni. Ma intanto anche Matteo Salvini è in agitazione. E alla Festa della Lega di Adro lancia il suo j’accuse: «Mancano solo 240 giorni al voto che vedrà il centrodestra e la Lega vincere. Proveranno a fermarci in tutti i modi: con una nuova legge elettorale, tentando di rinviare le elezioni, lavorando per un nuovo governo tecnico. Ma ce la faremo. E fra le prime cose che faremo ci sarà la riforma della giustizia».
Il retroscena
Un retroscena di Repubblica racconta oggi la tentazione di Draghi. L’incidente del Senato potrebbe costituire il casus belli. Draghi, che ha in programma di incontrare le parti sociali per il nuovo decreto con il taglio delle accise e del cuneo fiscale, attende le mosse di Conte. Ed è pronto a cercare un compromesso sulle istanze grilline. Il reddito di cittadinanza come primo obiettivo, il salario minimo come secondo. Ma i tempi sono troppo stretti per fornire una soluzione rapida. Per questo c’è chi teme che la situazione potrebbe peggiorare a breve. A quel punto per il premier si aprirebbe la strada del Quirinale. E dopo? Dopo, sospettano i leghisti, potrebbe arrivare un nuovo governo tecnico. Che metterebbe in pericolo l’unità del centrodestra. E al quale il leader del Carroccio potrebbe anche sottrarsi. Magari con l’obiettivo di recuperare qualche voto.
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