C’è attesa per il voto di fiducia al Senato sul decreto Aiuti, che da settimane mina la tenuta dell’esecutivo. I numeri per l’ok, già arrivato alla Camera, non dovrebbero essere a rischio, ma si teme uno strappo con il Movimento 5 Stelle. Molti nel M5s sembrano volere la rottura e potrebbero tirarsi indietro sul voto al dl, che contiene il da loro contestatissimo nuovo termovalorizzatore di Roma. In un colloqui con Repubblica, Stefano Patuanelli, ministro delle politiche agricole e forestali del governo Draghi, si è detto «ottimista». Eppure non dà la certezza assoluta che il gruppo voterà compatto per un sì: resta l’ipotesi di un forfait dei senatori grillini, una non-fiducia siglata con l’uscita dall’Aula al momento del voto. Così da non votare sì, ma nemmeno no.
«Vediamo – ha detto il grillino, che resta vago come aveva fatto Conte. – Non lo escludo, non lo escludo». Un comportamento del genere in Senato difficilmente sarebbe accolto bene da Palazzo Chigi, pur potendo contare sul nuovo gruppi di Luigi Di Maio per sigillare la fiducia. I segnale sarebbe comunque pericoloso e creerebbe un precedente possibile da replicare. A Montecitorio, 28 parlamentari M5s non avevano partecipato al voto, 13 dei quali erano in missione.
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