In Evidenza ENISiriaUSA
ATTUALITÀCamera dei deputatiDavid RossiInchiesteMPSSienaSuicidiToscana

La verità della perizia sulla morte di David Rossi, cadono quasi tutti i dubbi: ancora senza un perché le nove ferite

17 Luglio 2022 - 16:55 Redazione
In quasi 1.000 pagine, i periti incaricati dalla commissione parlamentare d'inchiesta sulla morte di David Rossi confermano l'ipotesi del suicidio. Ma le ferite non compatibili con la caduta restano ancora uno degli elementi da chiarire

Sarebbero rimasti ancora pochi dubbi sul caso della morte di David Rossi, l’ex capo dell’area comunicazione di banca Mps, trovato morto la sera del 6 marzo 2013 dopo essere precipitato dalla finestra del suo ufficio. Come anticipato da Giuseppe Salvaggiulo su La Stampa, la relazione conclusiva dei periti incaricati dalla commissione parlamentare d’inchiesta avrebbe chiarito quasi tutti gli aspetti relativi alla morte di Rossi. In quasi 1.000 pagine, i periti hanno chiarito che tutti gli elementi oggettivi sul cadavere e sulla scena del delitto sono compatibili con il suicidio. Per domani 18 luglio è fissata l’audizione dei carabinieri di Ros, Ris e Racis e di medici legali incaricati di rispondere ai 50 quesiti posti dalla commissione, in un’audizione secretata.

Le ferite sul corpo

Gli esperti incaricati dalla commissione parlamentare d’inchiesta spiegano che non sono stati trovati indizi di colluttazioni o che potessero indicare la presenza di altre persone prima della morte di Rossi. Ma non hanno trovato comunque una spiegazione le nove ferite sul corpo dell’uomo, di cui sei al volto e tre alle ascelle. Ferite che comunque gli esperti non mettono in correlazione con la caduta dalla finestra. Un’ipotesi sollevata dagli esperti è che Rossi possa essersi ferito prima di buttarsi, raschiando sul muro o sulla sbarra che sormonta il davanzale o potrebbe essersi fatto male nelle ore precedenti. Ma secondo la perizia non è possibile escludere con certezza un’origine diversa, frutto di una compressione per mano esterna.

Rossi era solo

A proposito della presunta presenza di altre persone nell’ufficio di Rossi, prima e dopo la sua morte, i periti scrivono che nessuno avrebbe risposto alla telefonata dell’on. Daniela Santanchè o usato il cellulare di Rossi ormai morto né che siano mai stati composti numeri cifrati. Escluso anche che qualcuno avrebbe spedito email dopo la morte di Rossi.

L’ipotesi dell’aggressione

La perizia smonterebbe anche lo scenario ipotizzato di un’aggressione che avrebbe poi portato Rossi a cadere dalla finestra, sospeso nel vuoto e poi lasciato cadere. Escluso anche che potesse essere stato narcotizzato. Per quanto riguarda invece la caduta «a candela» e con il volto verso il muro, secondo i periti sarebbe da considerarsi inusuale, ma non inspiegabile.

Leggi anche:

Articoli di ATTUALITÀ più letti