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Elezioni, la data del 25 settembre non è stata scelta per “salvare i vitalizi” (che non esistono più)

25 Luglio 2022 - 13:24 David Puente
I vitalizi non esistono più da circa 10 anni, ma continuano ad essere citati a sproposito e confusi con il sistema pensionistico attualmente in corso

Si voterà il 25 settembre 2022, non il 18 come precedentemente discusso. Uno “spostamento” che ha fatto storcere il naso a parecchi e in particolare per uno dei cavalli di battaglia della “lotta alla Casta”: il tema dei vitalizi che, di fatto, non esistono più. Secondo diversi interventi, social e mediatici, la data del 25 sarebbe stata scelta per permettere ai parlamentari di maturare il periodo necessario per accedere a questa sorta di privilegio (che ripetiamo, non esiste più), ma fanno confusione.

Per chi ha fretta

  • Circola la teoria che il 24 settembre 2022 i parlamentari matureranno i cosiddetti “vitalizi”, due giorni prima delle elezioni politiche.
  • Secondo la teoria, avessimo mantenuto la data del 18 settembre avrebbero perso tale privilegio.
  • I vitalizi non esistono più dal 2012, sostituiti da un trattamento pensionistico al quale i parlamentari potranno usufruire dal compimento del 65 anno di età.
  • Al fine di maturare il trattamento pensionistico, i parlamentari devono rimanere in carica per almeno 4 anni e 6 mesi, ma li avrebbero maturati ugualmente anche se si votava il 18 settembre: rimangono in carica fino all’insediamento del nuovo parlamento, che avverrà ad ottobre 2022.
  • In caso di elezioni anticipate, i parlamentari potrebbero ottenere la pensione pagando i contributi mancanti.

Analisi

Circolano alcuni post Facebook dove contestano la data delle elezioni legata ai cosiddetti “vitalizi”:

VITALIZI SALVI IL 24 SETTEMBRE
CI TENEVAMO A FARVI COMPRENDERE PER QUALE MOTIVAZIONE SI VOTI IL 25 SETTEMBRE !
UN SOLO GIORNO DOPO LA ‘MESSA IN SICUREZZA’ DEI VITALIZZI DEI PARLAMENTARI
Vi è chiaro adesso perchè E’ INUTILE FARSI LE PARANOIE PER DECIDERE SE VOTARE A DESTRA, SINISTRA O CENTRO?
L’UNICO MODO PER FERMARE QUESTO SCHIFO E’ TOGLIERSI DALLE LISTE ELETTORALI E SMETTERA DI DARE IL NOSTRO CONSENSO A QUESTO SISTEMA.
CHI CI GOVERA NON SONO I PARTITI, BENSI’ E’ L’INTERO “SISTEMA”, O SE PREFERITE “LA CASTA” E PER LORO NN CONTA QUALE PARTITO VIENE VOTATO. CONTA SOLO CHE SI VADA A VOTARE, PERCHE’ E’ COSI’ CHE L’INTERO SISTEMA RSTA IN PIEDI.
SE ANCHE AD UNA SOLO ELEZIONE NON SI PRESENTASSE NESSUNO A VOTARE, L’INTERA TRUFFA AI DANNI DEL POPOLO DECADREBBE SUBITO

Non sono vitalizi, ma pensioni

I vitalizi non ci sono più dal 2012 con l’introduzione di un «trattamento pensionistico basato sul sistema di calcolo contributivo, sostanzialmente analogo a quello vigente per i pubblici dipendenti» (fonte). Una “pensione” che però riceveranno a partire dal compimento dei 65 anni di età:

I deputati cessati dal mandato, indipendentemente dall’inizio del mandato medesimo, conseguono il diritto alla pensione al compimento dei 65 anni di età e a seguito dell’esercizio del mandato parlamentare per almeno 5 anni effettivi. Per ogni anno di mandato ulteriore, l’età richiesta per il conseguimento del diritto è diminuita di un anno, con il limite all’età di 60 anni.

Le ottenevano comunque votando il 18 settembre

Al fine di ottenere senza intoppi il trattamento pensionistico, i parlamentari devono rimanere in carica per almeno 4 anni e 6 mesi. Calcolando, e tenendo conto dell’inizio legislatura in data 23 marzo 2018, deputati e senatori dovrebbero rimanere in carica almeno fino al 24 settembre 2022. C’è un fatto da tenere in considerazione, previsto dalla Costituzione italiana all’articolo 61:

Le elezioni delle nuove Camere hanno luogo entro settanta giorni dalla fine delle precedenti. La prima riunione ha luogo non oltre il ventesimo giorno dalle elezioni.

Finché non siano riunite le nuove Camere sono prorogati i poteri delle precedenti.

Ecco perché sostenere che la data del 25 settembre sia un favore per i parlamentari: anche votando il 18 settembre, una settimana prima, le nuove Camere si sarebbero riunite ad ottobre superando sempre e comunque la data del 24 settembre utile al raggiungimento dei 4 anni e 6 mesi necessari.

Le potrebbero ottenere ugualmente: pagando

Secondo quanto deciso dal Consiglio di giurisdizione di Montecitorio e dal Consiglio di garanzia di Palazzo Madama nel 2021, in caso di elezioni anticipate i parlamentari potrebbero comunque ottenere il trattamento pensionistico versando i contributi mancanti.

Conclusioni

La data delle prossime elezioni politiche non è stata scelta con l’obiettivo di far ottenere i fantomatici “vitalizi” ai parlamentari per due semplici motivi: perché non esistono più e perché sostituiti dalle pensioni che sarebbero state comunque maturate che si votasse il 18 o il 25 settembre 2022.

Nota: l’articolo di Open del 22 luglio 2022 è stato rettificato in quanto conteneva inesattezze sul tema trattato in questo fact-checking.

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