In Evidenza ENISiriaUSA
POLITICABeppe GrilloCaso BibbianoElezioni politiche 2022Giuseppe ConteInsieme per il futuroLuigi Di MaioM5SPD

Di Maio candidato dal Pd a Bibbiano? Lui nega. Altro veleno contro Conte: «Ha smantellato il M5s come sognava. Grillo ha capito troppo tardi»

31 Luglio 2022 - 17:09 Redazione
Il ministro pensa a una commissione d'inchiesta per chiarire i legami tra i partiti italiani e la Russia. E torna ad attaccare i vertici del suo ex Movimento

Si chiamerà «Impegno Civico» la lista che Luigi Di Maio annuncerà domani 1° agosto assieme a Bruno Tabacci, con cui ha stretto un accordo sul simbolo di Centro Democratico per il voto del 25 settembre. Un progetto politico dovrebbe vedere l’ex M5s alleato con il Pd, che secondo diverse voci gli avrebbe garantito un seggio sicuro in Emilia-Romagna. In particolare nel Modenese, probabilmente proprio nel territorio di quella Bibbiano che il ministro aveva usato come tema per attaccare i dem sulla gestione degli affidi dei bambini. A In Mezz’ora su Raitre però è lui stesso a negare l’indiscrezione: «Prima di tutto smentisco. Aggiungo poi una cosa tecnica: entro il 14 agosto bisogna presentare simboli e coalizione, poi le liste. Ma se non esiste una coalizione, come si fa a trattare i collegi?», ha commentato.

«Conte ha reso il M5S un partito autoreferenziale»

Il deputato di Insieme per il futuro è poi passato a parlare del partito che ha da poco lasciato. «Di quel Movimento 5 stelle fondato anni fa con tante persone, non è rimasto quasi nessuno. Conte ha accentrato tutti poteri, ne ha fatto un partito autoreferenziale, e Grillo se ne sta accorgendo: sta intervenendo perché non è più il M5s ma il partito di Conte», ha esordito. Per poi rincarare la dose: «Conte ha tutti i poteri fra le mani ma non li sa usare politicamente. Ha perso tutte le elezioni in cui si è presentato come leader e in tutte le partite politiche fatto gravi errori. Ha fatto cadere il governo Draghi e gli altri che ne hanno approfittato si candidano a governare». A detta di Di Maio, l’errore dell’ex premier è stato quello di radicalizzare il partito, anziché «istituzionalizzarlo»: questo, conclude, «lo ha isolato».

Un tetto al prezzo del gas e i dubbi sull’influenza di Mosca

Di Maio ha poi lanciato un appello a tutti i leader: «Propongo di sottoscrivere una lettera alla commissione europea per sostenere il governo Draghi, al di là delle differenze politiche, nella battaglia sul tetto al prezzo del gas nei negoziati europei. Per dargli forza serve che le forze politiche si uniscano. Con il tetto passeremmo da 216 a 80 euro a megawatt/ora». E il suo slancio propositivo non si ferma qui. «Faccio una proposta: quando inizia la nuova legislatura, istituiamo una commissione di inchiesta che accerti i legami fra leader e partiti politici italiani e mondi politici economici e finanziari russi. Mi auguro ci possa essere l’unanimità su una legge per istituirla», ha dichiarato.

E rispetto alla proposta di Antonio Tajani (Fi), che ha chiesto di votare in due giorni, anziché la sola domenica 25 settembre, Di Maio commenta lapidario: «Ci poteva pensare prima di fare cadere il governo». Per poi aggiungere: «Forse serviva qualche mese in più di governo per risolvere qualche problema in più come l’inflazione sta stravolgendo il quadro economico».

Leggi anche:

Articoli di POLITICA più letti