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Il caso di Luca Lotti, dal Pd fiorentino porte sbarrate per un seggio: «Nelle nostre liste lui non c’è»

31 Luglio 2022 - 21:03 Redazione
luca lotti
luca lotti
Nonostante le indiscrezioni circolate sui giornali locali, il nome dell'ex ministro non sarebbe stato inserito in un nessuno elenco proposto dalle sezioni toscane del Pd

Il suo nome compariva sempre tra i petali del Giglio Magico, la cerchia più stretta dei collaboratori di Matteo Renzi quando era alla guida del Pd. Ora per lui non ci sarebbe nemmeno un posto per le prossime elezioni. La candidatura di Luca Lotti, ex ministro per lo Sport ed ex sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri, è diventata un caso nel Pd toscano. In una nota firmata dai segretari del Pd metropolitano di Firenze Monica Marini e Andrea Ceccarelli si legge chiaramente che non c’è nessuna intenziona di candidarlo: 

«Il nome di Luca Lotti non è in nessuna rosa del Pd metropolitano di Firenze. La rosa votata all’unanimità dalla direzione metropolitana ha solo 3 nomi: Bonafè, Fossi, Gianassi. Nessun altro nome ne fa e ne farà parte: queste sono le proposte per la nostra federazione che la segretaria regionale invierà a Roma».

Niente candidatura ad Empoli

La nota è arrivata dopo che negli ultimi giorni su diversi giornali era stata pubblicata un’altra versione di tutta la faccenda. Tutto era partito del Pd di Empoli, città in cui Lotti è nato. Il segretario della federazione territoriale Jacopo Mazzantini aveva spiegato che il Pd avrebbe presentato un unico candidato: il senatore uscente Dario Parrini. Su Lotti aveva espresso un «auspicio di una ricandidatura». L’ex ministro allora aveva ringraziato per il supporto anticipando la notizia, ora smentita che il suo nome sarebbe stato tra le liste di Firenze.

La scelta di non seguire Renzi

Nonostante facesse parte del Giglio Magico, quando Renzi decise di uscire dal Pd per fondare Italia Viva, Luca Lotti rimase nel partito. In una lettera inviata al quotidiano Il Foglio scrisse: «In Italia, in questo momento storico per me la casa dei riformisti non può essere che il Pd, l’unica forza davvero democraticamente contendibile, in cui fin dalla sua nascita si confrontano idee diverse ma sempre compatibili nella visione di un progetto comune».

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