Raggi detta le regole per le Parlamentarie (con una frecciatina a Conte): «Il M5s non può diventare un tram per gli amici degli amici»

L’ex sindaca di Roma: «Lieta di vedere che Conte e i big del M5s hanno capito che non c’è speranza con il Pd: chiudiamo anche le pseudo alleanze di comodo in comuni e regioni»

Il regolamento per le Parlamentarie è fatto, ma i malumori e i reciproci sospetti in casa M5s continuano a crescere. Dopo l’emorragia che ha colpito il MoVimento prima con l’addio di Luigi Di Maio, poi con la mancata fiducia al governo Draghi e ancora con la mancata deroga alla regola del secondo mandato, il M5s è alla ricerca di nuovi grillini da presentare alle elezioni. E a tenere alta la battaglia della “purezza delle origini” del M5s sulla validità delle candidature è tornata in campo l’ex sindaca di Roma, Virginia Raggi, tenendo ben alti tutta la serie di paletti, tra cui il vincolo di residenza per i candidati (successivamente derogato), il no alle pluricandidature, il no ai capilista bloccati e l’obbligo di iscrizione al Movimento da più di sei mesi per autocandidarsi.


E nelle ultime ore, nelle chat interne al M5s, più di qualcuno sta lanciando frecciatine contro l’ex premier Giuseppe Conte che, dopo aver perso alcuni dei suoi “fedelissimi” a causa della mancata deroga del doppio mandato, sarebbe alla ricerca di alcuni nomi di fiducia da poter inserire nelle liste elettorali. Tra le tante voci c’è quella dell’ex consigliera Alessandra Agnello, che scrive: «Buongiorno, visto che girano i nomi di Calabrese, Pacetti, Vivarelli e Mammì candidati per le elezioni nazionali, a chi bisogna citofonare per essere candidati? O è una cosa a umma a umma (come ormai accade nel Movimento/Partito di Conte)? Chiedo per una amica». Tutti e tre hanno negato di essere stati contattati.


Raggi: «Lieta di vedere che Conte e i big del M5s hanno capito che non c’è speranza con il Pd»

E nel pomeriggio di oggi, a tenere ben fissi i paletti delle regole ligie per le candidature alle Parlamentarie è intervenuta nuovamente Virginia Raggi che, in un post su Facebook, osserva che «sono anni che il M5S è ingannato dalle “sirene della politica” e dimentica chi ha il vero potere: i cittadini che votano». E non manca una frecciatina all’ex premier, accusato di aver rincorso troppo il Partito democratico. «Sono lieta di vedere che finalmente Conte e i big del MoVimento 5 Stelle hanno capito che non c’è speranza con il Pd: li abbiamo rianimati con il “Conte” 2 e non siamo riusciti a pesare nel governo Draghi in nome di una presunta “alleanza progressista” che evidentemente faceva bene solo ai nostri alleati. Adesso, dopo che ci hanno sbattuto la porta in faccia, qualcuno ha riscoperto il valore delle proprie idee e si rende conto che è ora di tornare, di correre da soli», prosegue l’ex sindaca di Roma.

Raggi: «Riaprire un dibattito interno, coinvolgere gli attivisti e non “pianificare” tutto a tavolino nelle stanze del “palazzo”»

Dopodiché Raggi, sulla scia dei malumori interni registrati nelle chat grilline, sembra lanciare un monito all’ex premier: «Dovremmo finalmente riaprire un dibattito interno, coinvolgere gli attivisti e non “pianificare” tutto a tavolino nelle stanze del “palazzo”: le liste si fanno alla luce del sole e devono essere aperte a tutti. Il MoVimento non può diventare un tram per portare in Parlamento gli “amici degli amici”». E l’ex prima cittadina della Capitale chiude anche le porte alla possibilità di accordi a livello locale: «Si abbia il coraggio di chiudere anche con le pseudo alleanze di comodo in quei Comuni o in quelle Regioni laddove è evidente anche alla luce dei programmi che non c’è conciliabilità».

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