Il presidente della Cei: «La Chiesa è contro l’eutanasia, ma celebrerei il funerale a chi sceglie il suicidio assistito»

Ricordando il caso Welby, cui il vicariato di Roma negò le esequie, il cardinale ha detto che le celebrerebbe: «La complessità richiede intelligenza, misericordia e amore per capire le vicende della vita»

Se una persona morisse con il suicidio assistito «sì, ne celebrerei il funerale». L’ha detto il presidente della Conferenza Episcopale Italiana (Cei), il cardinale Matteo Zuppi, in un’intervista a Vanity Fair. Quando la giornalista Silvia Bombino, ricordando la vicenda Welby – cui il Vicariato di Roma negò le esequie – ha chiesto a Zuppi se le celebrerebbe per una persona morta con il suicidio assistito, la risposta è stata «Sì». E ha aggiunto che «La Chiesa non ammette l’eutanasia, ma chiede l’applicazione delle cure palliative. Si resta fino all’ultimo accanto all’amato», sostiene il presidente della Cei, «facendo di tutto per togliere la sofferenza del corpo e dello spirito, quindi senza alcun accanimento, ma difendendo sempre la dignità della persona. La complessità – ha concluso – richiede intelligenza, misericordia e amore per capire le vicende della vita».


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