Napoli, il caso del commerciante ammanettato e portato nell’auto della polizia. Il 22enne denuncia: «Mi hanno chiamato cinese di m***» – Il video

Il ragazzo per la questura di Napoli risulta indagato per resistenza a pubblico ufficiale, dopo che si sarebbe rifiutato di mostrare i documenti

È diventato virale un video di Chen Chaohao, 22 anni, titolare di un negozio di Frattamaggiore, nel Napoletano, in cui viene aggredito dalla Polizia. Come riporta il Mattino, nel filmato, ripreso dalle telecamere e diffuso dal ragazzo sul suo account Instagram, si vedono le autorità che lo scaraventano in macchina mentre lui continua a urlare per chiedere aiuto. Poi, grazie all’intervento di una connazionale, esce dalla volante, ma viene placcato a terra con il volto rivolto sul cemento. Il ragazzo, secondo quanto ha mostrato sui suoi canali social, ha riportato diversi lividi dopo lo scontro con gli agenti. La Questura di Napoli al momento non avrebbe aggiunto commenti alla vicenda, spiegando che per ora il ragazzo risulta indagato per resistenza pubblico ufficiale.


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Le versioni discordanti

L’episodio risale al pomeriggio del 4 agosto in cui una donna, di nazionalità italiana, ha chiamato il 112 perché lamentava di dover pagare una bomboniera che il figlio aveva accidentalmente rotto nel negozio di Chen. Una volta arrivata la polizia, secondo il racconto del 22enne, hanno chiesto il nome alla donna e a lui i documenti. Chen, in quel momento, ne era sprovvisto, ma aveva una foto sul cellulare, secondo quanto riferisce. Loro non li avrebbero accettati insinuando che potevano essere falsificati, «considerato che si trattava di uno straniero». Secondo quanto riferisce, invece, la Questura di Napoli Chen si sarebbe rifiutato di mostrare i documenti opponendo resistenza durante l’identificazione. Secondo il ragazzo si tratta di un’aggressione a tutti gli effetti di stampo razzista. «L’ufficiale ribadiva che un italiano può girare senza documenti, io no», scrive su Instagram. «Sarei entrato in auto senza esitare se non mi fosse stata esplicitata una differenza razziale». Poi spiega di essere stato aggredito e portato al commissariato, dove gli avrebbero sequestrato il cellulare per controllare se avesse registrato. «Mi hanno chiamato cinese di merda», conclude.

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