Conte a Letta: «Governare insieme? Ci può stare». Poi precisa: «Col Pd dell’agenda Draghi neanche ci sediamo»

Il presidente M5s torna sui suoi passi dopo le dichiarazioni di apertura ai dem

All’indomani del botta e risposta social riguardo Mario Draghi, il presidente del Movimento 5 Stelle Giuseppe Conte apre alla possibilità di un’alleanza futura. Ospite del programma Mezz’ora in più su Rai3, ha detto: «In politica pensare di governare da soli, io me lo auguro, è improbabile. Una prospettiva di lavorare domani con altre forze politiche come il Pd ci può stare», ha esordito. Per poi tuttavia aggiungere: «Dico al Pd e ai nostri elettori: le delusioni maturate ci rendono ancora più prudenti e intransigenti». Pertanto, conclude, «d’ora in poi noi ci siederemo a un tavolo con condizioni più chiare del passato, declinando principi politici ancora più elevati e ambiziosi e non cederemo su nulla».


Ieri, il leader del Partito Democratico Enrico Letta aveva puntato il dito contro Conte, attribuendo la colpa della caduta del governo Draghi a lui, Salvini e Berlusconi. Un colpo all’esecutivo che, a suo dire, aveva impedito di realizzare «una promessa importante»: la riduzione delle tasse sul lavoro negoziata con i sindacati, pensata per garantire una mensilità in più alla fine dell’anno a «tutte le lavoratrici e tutti i lavoratori». Non si era fatta attendere la risposta dell’ex premier, via Twitter: «Esci dalla nostalgia, la realtà dell’agenda Draghi sono 6 euro in più al mese per i lavoratori a più basso reddito. Due colazioni al bar».


Il post di precisazione

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