Elezioni, l’appello di medici e scienziati ai partiti: «Mettete la ricerca al centro dei programmi»

Con una lettera indirizzata a tutte le forze politiche, il Patto trasversale per la scienza chiede che vengano affrontate le criticità della ricerca scientifica in Italia

Arriva un appello ai partiti in vista delle elezioni del 25 settembre. Il Patto trasversale per la scienza – un’iniziativa nata nel 2019 che riunisce scienziati e ricercatori nella promozione dell’informazione scientifica corretta – in collaborazione con Silvio Garattini, fondatore e presidente dell’Istituto di ricerca farmacologiche Mario negri, e Antonio Musarò, ricercatore e professore dell’Università La Sapienza di Roma, ha inviato una lettera a tutte le forze politiche, chiedendo che il supporto alla ricerca scientifica sia un «elemento centrale dei programmi elettorali». «Rapporti internazionali, ormai consolidati, dimostrano come la ricerca scientifica rappresenti un motore di crescita sociale ed economica oltre che culturale. Inoltre, nel settore biomedico, la ricerca ha prodotto straordinari avanzamenti nella prevenzione e nella cura di molte malattie, determinando un significativo miglioramento della qualità e
della durata della vita», esordisce la lettera, che chiede ai partiti interventi concreti a favore della ricerca scientifica.


Il contenuto della lettera

In particolare, secondo il Pts, sarebbero due le maggiori criticità «non più rimandabili» e pienamente congruenti con il finanziamento straordinario del Pnrr: il numero insufficiente di ricercatori e il numero esiguo dei fondi dedicati al finanziamento della ricerca e la loro gestione. «I dati OCSE 2022 rilevano che su 1.000 lavoratori in Italia solo 6,5 sono impegnati nel settore della ricerca, rispetto a 13,4 in Francia e 10,1 in Germania e 9,2 in Europa. Alla pochezza numerica dei ricercatori, si aggiunge la scarsa presenza femminile e l’ingresso tardivo in posizioni stabili e autonome che priva il sistema Paese della capacità ideative ed innovative tipiche delle giovani età», notano gli esperti.


Per quanto riguarda invece i fondi stanziati per la ricerca, «i dati OCSE 2022 indicano che l’investimento pubblico in ricerca nel 2020 è stato del 1,5% del Pil in Italia, del 2,3% in Francia, del 3,1% in Germania e al di sotto della media europea, pari a 2,2%», mentre «i dati ISTAT 2021 aggiungono che, rispetto ai maggiori paesi europei, sono molto modesti anche i finanziamenti dei privati (1% del Pil, rispetto all’1.5% circa della Francia e oltre il 2% della Germania)», recita la lettera, che chiede ai singoli partiti di esporre le loro proposte in merito.

L’attenzione al Pnrr

Il Pts sottolinea poi come il Pnrr preveda l’impegno dell’Italia a un investimento nella ricerca per i prossimi tre anni. Un investimento straordinario che dovrebbe però essere «consolidato e reso strutturale, adeguandolo a quello degli altri Paesi europei più virtuosi». Inoltre, chiede che venga istituita un’Agenzia centrale della ricerca scientifica – proposta già avanzata da molti ricercatori in passato ma accantonata dal governo – che, se sottratta alle regole della Pubblica amministrazione e indipendente dalla pressione dei partiti politici, «snellirebbe la burocrazia legata all’eterogeneità degli enti finanziatori e aiuterebbe a ottimizzare e razionalizzare l’erogazione dei fondi per la ricerca».

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