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Elezioni politiche, giovani ambientalisti e progressisti ma sempre più lontani dalle urne: il sondaggio Swg

01 Settembre 2022 - 12:40 Redazione
Ad astenersi potrebbe essere più di un under 24 su tre: il motivo è nella percezione di essere poco rappresentati

Le elezioni si avvicinano ma c’è una fascia che guarda da lontano le vicende della politica istituzionale: è quella dei giovani dai 18 ai 24 anni. Secondo l’ultimo sondaggio Swg per Italian Tech, infatti, solo il 41% degli appartenenti alla categoria considera la politica «fondamentale»: tutti gli altri, probabilmente, diserteranno le urne. Nonostante l’88% ritenga il voto «un dovere civico che va sempre esercitato», e il 64% ritenga molto importante il voto del 25 settembre («uno spartiacque»), l’87% teme che «con questa classe dirigente le cose non cambieranno mai».

Una maggioranza ambientalista, progressista e antifascista

Quello che emerge dalle ricerche effettuate per il content hub del gruppo Gedi, infatti, è che nella maggior parte dei casi i giovani italiani non si sentono rappresentati dai partiti in corsa. Rispetto a 5 anni fa, è raddoppiato il numero di quelli che vorrebbero «un leader politico capace di comprendere i problemi dei giovani», mentre al 36% basterebbe che le proposte dei giovani venissero «prese in considerazione». La scarsa capacità di rappresentare questo universo sembra interrogare più la sinistra della destra: gli under 24 si autodefiniscono in maggioranza ambientalisti (29 per cento), progressisti (27) europeisti (27) e antifascisti (25) — mentre i sovranisti sono solo il 3 per cento e i fascisti il 2. Tradotto in termini di affinità elettorali, il Partito Democratico è quello che sembra intercettare più degli altri le loro priorità (41%), seguito a breve distanza dalla alleanza Verdi e Sinistra (39%). A seguire Azione e Italia Viva, davanti a M5s e Fratelli d’Italia. Chiudono Forza Italia e infine Lega.

Draghi il leader più apprezzato, subito dopo Conte

Una classifica che però cambia con riferimento alla leadership: la figura più apprezzata risulta essere quella di Mario Draghi, a cui fa seguito Giuseppe Conte, davanti agli altri leader di partito in tutte le categorie (competenza, credibilità, affidabilità, simpatia e vicinanza). Le intenzioni di voto, tuttavia, confermano il primato del Pd (19 per cento), M5s e FdI (17), Lega (10) Azione e Iv (8). Ammesso e non concesso che i giovani andranno a votare: il dato dell’astensionismo giovanile oscilla tra il 34 e il 38%, in linea con le altre categorie e ampiamente concentrati nel centrosinistra. Oltre un elettore su tre, dunque, il prossimo 25 settembre potrebbe scegliere di non partecipare all’elezione dell’esecutivo che guiderà il Paese nei prossimi anni.

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