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Cosa c’è di vero nella “mappa segreta” delle centrali nucleari di cui parlano i Verdi

01 Settembre 2022 - 12:57 Pagella Politica
Il partito ha diffuso un’immagine con 14 località dove il centrodestra e Calenda vorrebbero costruire con «molta probabilità» i nuovi impianti, ma è una mappa che risale a 12 anni fa

Il 31 agosto il co-portavoce di Europa verde Angelo Bonelli ha annunciato un’«operazione verità», pubblicando sui social una mappa dell’Italia con le 14 località dove il centrodestra e il leader di Azione Carlo Calenda «vogliono mettere» le centrali nucleari, «ma non hanno il coraggio di dirlo». «Vi presentiamo una mappa – si legge sul sito di Europa verde – dove sono indicati i luoghi in cui Calenda, Berlusconi, Salvini e Meloni, con molta probabilità, realizzeranno le loro centrali nucleari». Nelle ore successive diversi quotidiani hanno ribattezzato l’immagine come la «mappa segreta delle centrali del centrodestra».

La versione originale di questo articolo è stata pubblicata il 31 agosto 2022 sul sito di Pagella Politica. Clicca qui per scoprire tutti i fact-checking, divisi per politici e partiti.

Il giorno precedente, ospite a InOnda su La7, Bonelli aveva presentato (min. 1:15:35) la stessa mappa, spiegando che questa «deriva dal precedente programma nucleare» italiano. Secondo il co-portavoce di Europa verde, le località selezionate avrebbero le caratteristiche necessarie per ospitare una centrale nucleare, come la «vicinanza a risorse idriche», necessarie per raffreddare i reattori.

La proposta di tornare all’uso dell’energia nucleare in Italia è contenuta sia nel programma elettorale della coalizione di centrodestra formata da Lega, Fratelli d’Italia, Forza Italia e Noi moderati, sia in quello della lista formata da Italia Viva e Azione. Al momento, però, nessun leader di questi due schieramenti ha indicato le località precise in cui verrebbero costruiti nuovi impianti di produzione di energia nucleare.

Da dove arriva allora la mappa presentata da Bonelli? Quanto è affidabile? Per rispondere a questa domanda, bisogna fare un salto indietro nel tempo di 12 anni.

La mappa che non esiste

La mappa pubblicata il 31 agosto da Bonelli e dal sito ufficiale di Europa verde non è nuova, anzi. Ad aprile 2010, Bonelli, che al tempo era presidente della Federazione dei verdi, da cui poi nacque l’attuale Europa verde, aveva partecipato a una manifestazione contro il nucleare a Roma, dove aveva presentato una mappa identica a quella riproposta in occasione delle prossime elezioni politiche.

In quegli anni il quarto governo guidato da Silvio Berlusconi stava effettivamente ponendo le basi per il ritorno dell’energia nucleare in Italia. Il 15 febbraio 2010 era stato pubblicato un provvedimento che fissava gli elementi fondamentali per «la localizzazione, la realizzazione e l’esercizio nel territorio nazionale di impianti di produzione di energia elettrica nucleare». In base al testo, sarebbero dovuti essere i singoli operatori a proporre al governo – in particolare a una nascente Agenzia per la sicurezza nucleare – l’interesse a costruire nuove centrali e la loro localizzazione. Secondo l’allora ministro dello Sviluppo economico Claudio Scajola, la costruzione dei siti sarebbe dovuta iniziare nel 2013, mentre nel 2020 sarebbe stata cominciata la produzione di energia.

Il 14 febbraio 2010 la Federazione dei verdi aveva pubblicato una lista di località che Enel e il suo omologo francese, Électricité de France (Edf), sarebbero state intenzionate a presentare al governo per costruire nuove centrali nucleari in Italia. Le località sono di fatto le stesse che compaiono nella mappa pubblicata da Bonelli il 31 agosto 2022 (l’unica differenza sta nel sito in Puglia, prima situato a Mola di Bari e poi a Brindisi). Secondo quanto riportato all’epoca dall’agenzia di stampa Reuters, il comunicato rilasciato dai Verdi sosteneva che Enel ed Edf avessero già deciso i siti a novembre 2009, ma stavano aspettando i risultati delle elezioni regionali del marzo successivo prima di presentare ufficialmente le loro proposte.

Si arriva quindi al 26 aprile 2010, Legambiente, Greenpeace e la Federazione dei verdi organizzarono una manifestazione a Roma per protestare contro le proposte del governo in materia di nucleare. È in quell’occasione che Bonelli ha presentato la mappa, ora rilanciata sui social.

ANSA/Claudio Peri | Angelo Bonelli a Roma, nel 2010

Ma che cosa c’era di vero nelle accuse dei Verdi?

A febbraio 2009, Enel ed Edf ufficializzarono un accordo per costruire «almeno quattro» centrali nucleari in Italia. A dicembre di quell’anno la Federazione dei verdi, presieduta da Bonelli, rese pubblico un elenco con otto località dove Enel avrebbe avuto intenzione di costruire centrali nucleari. L’azienda smentì però la notizia, affermando che i siti sarebbero stati individuati solo successivamente alla definizione da parte del governo dei criteri per la localizzazione.

Nei mesi successivi, Enel ed Edf non rilasciarono mai un elenco preciso delle località prese in considerazione. In base alle nostre ricerche, la lista pubblicata dalla Federazione dei verdi a febbraio 2010, con 14 località, non è stata comunque né confermata né smentita dalle società energetiche.

In ogni caso, il piano del quarto governo Berlusconi per il ritorno al nucleare non si è mai realizzato. In seguito all’incidente nella centrale di Fukushima del 2011, il partito Italia dei Valori promosse un’iniziativa referendaria per abrogare le nuove norme e fermare il ritorno dell’energia nucleare nel nostro Paese. Pochi giorni prima del referendum, il 26 maggio 2011, il governo Berlusconi decise di fare una sorta di marcia indietro, sospendendo l’avanzamento dei progetti sul nucleare. Il referendum si tenne comunque, e il fronte del “Sì”, favorevole all’eliminazione del nucleare, vinse con il 94 per cento dei voti: il progetto di costruire nuove centrali quindi non si è mai concretizzato.

Affermazioni poco fondate

Sebbene la coalizione di centrodestra e quella di Azione e Italia Viva sostengano la necessità per l’Italia di tornare a produrre energia nucleare, nessun leader di questi due schieramenti ha mai detto chiaramente dove intende costruire nuove centrali. È quindi fuorviante affermare, come fatto da Europa verde, che Salvini, Meloni, Berlusconi o Calenda intendano riutilizzare un progetto del 2010, non confermato, e che «con molta probabilità» abbiano in programma di costruire nuove centrali nucleari nei siti rivelati dai Verdi 12 anni fa.

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