Bonus 200 euro Partite Iva: «400 mila non lo avranno al click-day». Cos’è e come fare richiesta per il sussidio contro il carovita

Confesercenti sottolinea che all’appello mancano 100 milioni di euro. Necessari a coprire il bisogno di 400 mila lavoratori autonomi con reddito inferiore ai 35 mila euro. Il 15 settembre è previsto il click day

Il 12% dei lavoratori autonomi aventi diritto potrebbe non ottenere il bonus 200 euro che il governo Draghi ha già erogato ai dipendenti per fare fronte all’aumento del costo della vita, in particolare delle bollette di gas e luce. Il click-day sarà il prossimo 15 settembre. Hanno diritto al sussidio tutti i lavoratori autonomi – i dipendenti l’hanno già ricevuto questa estate – con un reddito annuo inferiore a 35 mila euro. I fondi, però, potrebbero non essere sufficienti. Il click-day, dove la priorità viene stabilita in base all’ordine cronologico delle richieste, rischia di trasformarsi in un gioco del fazzoletto. Nel quale gli ultimi arrivati rischiano di rimanere a mani vuote. A denunciarlo è Confesercenti, sottolineando la differenza di trattamento con i lavoratori dipendenti. Che hanno ricevuto il sussidio in busta paga in maniera quasi automatica.


Le cifre

Ad essere erogati agli autonomi sono 600 milioni dei 6,5 miliardi di euro totali che lo Stato ha stanziato per il bonus. Tuttavia, l’associazione calcola che questi basterebbero solo per 3 milioni dei lavoratori autonomi aventi diritto. A restare fuori sarebbero 400 mila persone. Ci vorrebbero, infatti, 80-100 milioni di euro in più. Una spesa importante, ma piccola se confrontata con il valore dei bonus erogati dall’esecutivo negli ultimi due anni. Ovvero 112 miliardi di euro tra il bonus Renzi (28,3 miliardi) cosiddetto, quelli edilizi (24,9), quelli per le bollette (22), per ridurre le accise (2,4), il Superbonus 110% (21,1) e l’assegno unico (6,8). Senza c’è il rischio di scatenare quella che Confesercenti definisce «una guerra tra poveri» per voce del vicepresidente vicario Nico Gronchi. Che ribadisce a La Stampa: «Il bonus dovrebbe essere per tutti e non gestito con click-day e risorse limitate: così diventa una sorta di lotteria che crea discriminazioni tra i lavoratori». L’associazione inoltre denuncia l’«onerosissima» mole di documenti da presentare. La cui produzione rischia di scoraggiare chi è intenzionato a fare richiesta, o addirittura di costare più dell’indennità stessa.


Come fare richiesta?

Per richiedere il bonus è necessario recarsi sul sito dell’Inps e seguire il percorso “Prestazioni e servizi“, poi Servizi” e infine “Punto d’accesso alle prestazioni non pensionistiche”. Una volta entrati con il proprio Spid sarà necessario selezionare la categoria di appartenenza. L’assegno è una tantum. Mentre per i lavoratori dipendenti, i pensionati e i percettori di sussidi l’erogazione è automatica o quasi, poiché si ottiene con la richiesta del datore di lavoro. Per gli autonomi la richiesta deve essere fatta individualmente, come si legge nel decreto: «L’Inps e gli altri enti regolatori di previdenza obbligatoria procedono per gli iscritti alla erogazione dell’indennità in ragione dell’ordine cronologico delle domande presentate e accolte sulla base del procedimento di verifica della sussistenza dei requisiti per l’ammissione del beneficio».

Cos’è il bonus 200 euro?

Il bonus è stato voluto dal governo Draghi, che lo ha inserito nel Decreto Aiuti di giugno. Ad essere stati stanziati per la misura sono in totale 6,5 miliardi di euro che dovrebbero essere erogati a 31,5 milioni di lavoratori e pensionati il cui reddito annuo non supera i 35 mila euro. Di questi, 13,8 milioni sono dipendenti, 13,7 milioni sono pensionati. Ci sono poi 900 mila percettori del reddito di cittadinanza , 750 mila badanti e colf, 1,1 milioni di disoccupati che percepiscono Naspi o Dis-coli e 900 mila percettori del reddito di cittadinanza. A questi si aggiungono i già citati lavoratori autonomi.

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