Giuliano Amato, da eterno candidato ai vertici dello Stato all’addio alla Consulta: «Tra poco termino il mio impegno pubblico: a 84 anni non cercherò altro da fare»
Il nome di Giuliano Amato potrebbe non comparire più nei totonomi che accompagnano la formazione di governi di unità nazionale e l’elezione del Quirinale. Da anni i retroscena durante le crisi di governo e la scelta del nuovo presidente della Repubblica avevano sempre puntato almeno una volta alla «ipotesi Amato» per risolvere le situazioni di empasse politica al nome dell’attuale presidente della Corte Costituzionale. Ma quel continuo tirarlo per la giacca dovrebbe terminare, dopo che lo stesso Amato ha ribadito che «tra poco più di una settimana terminerò il mio impegno pubblico». Parlando agli studenti delle superiori durante un corso per la scelta dell’università organizzato dalla Scuola superiore sant’Anna di Pisa, Amato ha ricordato l’impegno «per 25 anni in politica e, successivamente, al vertice di altre istituzioni». La fine della sua carriera sarà alla Consulta, che è «il posto migliore per farlo». All’orizzonte quindi nessun altro lavoro all’interno dei palazzi, almeno secondo quanto garantisce il «dottor Sottile» che spiega come a «84 anni suonati, non mi metterò a cercare un’altra cosa da fare».
Leggi anche:
- Cade tutto? Con lo strappo M5s Mattarella scioglie le Camere. Voto a ottobre con governo tecnico Amato?
- Ergastolo ostativo, Giuliano Amato: «Obbligati a rispettare il Parlamento»
- Consulta, il presidente Amato: «Il referendum non era sull’eutanasia: feriti da chi dice che non sappiamo cosa sia la sofferenza» – Il video
- L’eterno candidato al Quirinale Amato, l’esordio da presidente della Consulta: «Parità di genere? Noi maschi abbiamo di che vergognarci»
- Quirinale, Letta telefona ad Amato: all’ombra dell’intesa su Draghi, avanza il piano B del giurista