Ucraina, la controffensiva di Kiev arriva al confine con la Russia. Esplosioni a Cherson: «Riconquistati 500 km quadrati»

Le forze russe hanno lasciato almeno 20 insediamenti sul territorio. Anche la città del Sud, occupata dalle forze di Mosca, è ora nel mirino della controffensiva ucraina

Le forze militari ucraine sono avanzate a nord da Kharkiv, arrivando a meno di 50 km dal confine con la Russia. Ad affermarlo è il generale Valeriy Zaluzhnyi, comandante in capo ucraino che ha poi sottolineato come si sta spingendo anche a sud per far aumentare gli oltre 3mila km quadrati già riconquistati in questo mese. Superati i 200 giorni di guerra, l’Ucraina è passata alla controffensiva costringendo al ritiro le truppe russe da alcune delle città in cui erano riusciti a entrare negli ultimi mesi. Come riporta lo Stato Maggiore delle forze armate ucraine su Facebook, in un giorno sono stati fatti allontanare russi da «oltre 20 insediamenti». Sabato, ad esempio, Tass riportava come il ministero della Difesa di Mosca avesse ordinato alle truppe di lasciare l’area intorno alla città di Izjum, da dove i militari ucraini hanno poi scattato foto trionfanti con la bandiera giallo-blu.


La regione di Kharkiv

Non solo. Secondo il ministero della Difesa britannico la Russia potrebbe essere arrivato già l’ordine di un nuovo ritiro dall’intera regione di Kharkiv. «Isolate sacche di resistenza rimangono in questo settore», si legge nel bollettino quotidiano da Londra, «vicino Cherson, la Russia sta probabilmente faticando a portare riserve sufficienti sulla linea del fronte attraverso il fiume Dnepr». Proprio nel sud del Paese, i britannici sostengono che «l’artiglieria di lungo raggio Ucraina sta probabilmente colpendo gli attraversamenti sul Dnepr», strategia che intende bloccare le riparazioni dei ponti stradali danneggiati in modo da isolare le forze russe.


Nonostante questi primi segnali positivi, Kiev continua a ripetersi di non abbassare la guardia. Con il ritiro delle truppe, infatti, i russi hanno iniziato ad attaccare le infrastrutture civili e i nazionalisti hanno già chiesto al presidente Vladimir Putin di cambiare il prima possibile la tattica militare che si sta rivelando disastrosa. «L’Ucraina deve assicurarsi contro un possibile contrattacco il territorio che ha riconquistato dalle forze russe», mette in guardia il ministro della Difesa Oleksii Reznikov.

La situazione a Cherson

Anche a Cherson sono state avvertite esplosioni. Lo riportano i canali telegram ucraini. La città del Sud ucraino occupata dalle forze russe è ora nel mirino della controffensiva ucraina. Secondo quanto affermato dall’esercito, l’Ucraina ha riconquistato circa 500 chilometri quadrati di territorio nella regione meridionale.

La centrale di Zaporizhzhia

Nel frattempo, la centrale nucleare di Zaporizhzhia è stata spenta per sicurezza. L’Aiea ha confermato come, grazie al ripristino del collegamento della rete elettrica ucraina, è stato possibile prelevare abbastanza energia per poter raffreddare i reattori. Ieri, 11 settembre, il presidente francese Emmanuel Macron ha telefonato a Putin con il quale ha cercato di fare il punto della situazione. I due capi di Stato hanno parlato dei bombardamenti ucraini nel Donbass, ma soprattutto delle condizioni dell’impianto nucleare. Putin ha denunciato «attacchi regolari ucraini» alla struttura, ma Macron ha insistito affermando che questa condizione è colpa della Russia e ha chiesto il ritiro immediato delle sue armi dalla centrale nucleare.

Mosca: «Andiamo avanti»

l ritiro delle truppe russe dalla centrale nucleare di Zaporizhzhia, intanto, non sembra essere in programma. Lo ha affermato il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov, citato dalla Tass. Peskov ha anche dichiarato che la Russia continuerà l’operazione militare speciale in Ucraina (la guerra, ndr) «fino al raggiungimento di tutti i suoi obiettivi».

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