Stretta di Mosca sul gas all’Europa, la stima del Cremlino: «Ecco di quanto ridurremo i flussi fino a dicembre»

Nel 2022 il taglio complessivo alle forniture di metano sarà pari a 50 miliardi di metri cubi. Cifra che corrisponde circa al 35% di quanto importato dall’Ue lo scorso anno

Nel 2022, le esportazioni di gas russo verso l’Unione europea potrebbero diminuire di 50 miliardi di metri cubi. A dichiararlo è Alexander Novak, vice primo ministro russo, che ha citato le stime elaborate dal Ministero dell’Energia. Lo scorso anno, i Paesi del blocco Ue hanno importato in totale 140 miliardi di metri cubi. La riduzione annunciata dal Cremlino, dunque, corrisponderebbe a circa il 35% dell’import totale europeo. Una mossa geopolitica che costringerebbe Bruxelles e i governi europei ad agire con ancora più urgenza per sostituire il flusso di gas russo. E a farlo in parte stringendo accordi con altri Paesi, in parte spingendo sulle fonti rinnovabili per la produzione di energia elettrica. Mentre i flussi di metano verso l’Europa diminuiscono, la Russia cerca di compensare – almeno in parte – le proprie perdite puntando su altri paesi. Uno su tutti: la Cina. Secondo l’agenzia di stampa russa Tass, il 10 settembre Gazprom ha stabilito un nuovo record giornaliero di forniture di gas verso il Paese asiatico attraverso il gasdotto Power of Siberia. Il governo russo, tuttavia, non ha fornito nessuna cifra relativa alla quantità precisa di gas esportato.


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