La Commissione Ue propone di tagliare i fondi all’Ungheria se non ci saranno riforme sullo stato di diritto. Budapest: «Accordo entro novembre»

Il taglio potrebbe essere varato il 18 dicembre, ma l’amministrazione ungherese è certa di poter approvare le leggi richieste entro i prossimi due mesi

La Commissione Europea ha proposto oggi, domenica 18 settembre, un taglio del 65% ai fondi di coesione destinati all’Ungheria, corrispondente a 7,5 miliardi di euro. La ragione è il rischio che il Paese apporta al budget Ue nell’ambito delle violazioni dello stato di diritto, in particolare in materia di anticorruzione. Secondo l’Unione, l’Ungheria si discosta troppo dai valori europei, e non garantisce sempre la loro validità all’interno dei propri confini. Questo comporta un rischio per i fondi dell’Ue, che potrebbero essere destinati da Budapest a progetti non in linea con i valori dell’Unione. A parere della Commissione, il rischio permane nonostante le riforme promesse dall’esecutivo di Budapest per affrontare i problemi. Il motivo principale sono le tempistiche: se l’Ungheria non approverà le riforme come concordate entro i tempi definiti, il taglio potrebbe concretizzarsi.


Perché l’Ungheria è osservata speciale e cosa le chiede l’Ue

Le violazioni che Budapest deve affrettarsi a correggere riguardano principalmente il livello di corruzione del Paese. Per questo, le riforme che l’Ungheria si è impegnata a portare avanti includono l’istituzione di un organo indipendente di monitoraggio degli appalti pubblici e una task force anticorruzione, oltre a maggiori tutele nel sistema giudiziario e un rafforzamento della capacità delle investigazioni giuridiche. Al centro dell’attenzione anche i problemi di conflitti di interesse all’interno del governo. Budapest, si è impegnata a promulgare la maggior parte delle misure entro il 19 novembre prossimo.


La Commissione: in teoria le riforme funzioneranno, ma «la tabella di marcia è serrata»

Secondo quanto dichiarato dal commissario Johannes Hand, responsabile per il Bilancio e l’Amministrazione, le misure «dovrebbero, in principio, riuscire a fare fronte ai problemi evidenziati nella nota (di aprile, ndr)». Ma, ha ribadito, solo se saranno implementate «come da descrizione», facendo notare che la tabella di marcia «rimane serrata». Proprio per questo, «un rischio rimane, e non possiamo concludere che il budget europeo sia sufficientemente protetto». In ogni caso il taglio dovrebbe essere approvato almeno dai 4/5 del Consiglio, una maggioranza difficile da ottenere. La scadenza sarebbe fissata al 18 ottobre, ma la natura del caso consente di sommarvi due mesi aggiuntivi. Il giudizio, quindi, è atteso per il 18 dicembre prossimo.

L’inzio della vicenda, ad aprile

I fondi di coesione vengono elargiti dall’Ue ai Paesi più poveri per aiutarli a promuovere la crescita economica in linea con gli obiettivi e gli standard del blocco. Il processo all’Ungheria è iniziato ad aprile, dopo che la Corte di Giustizia dell’Ue a febbraio aveva decretato valida la possibilità di imporre sanzioni finanziarie se gli Stati membri si discostano troppo dai valori dell’Unione, per proteggere il budget Comunitario. In totale i fondi di coesione destinati all’Ungheria ammontano a 21-22 miliardi di euro, riporta l‘Ansa. Ad essere interessati da un eventuale taglio sarebbero solo tre progetti specifici da realizzarsi tramite appalti pubblici, e che per questo sono considerati a rischio. E’ solo su quelli che si applicherebbe la scure del 65%.

La replica di Budapest

Dal canto suo, il governo ungherese ha confermato i tempi precedentemente comunicati, ribadendo di essere intenzionato ad approvare le misure «concordate con Bruxelles». Lo ha fatto sapere poco fa il ministro della presidenza del consiglio Gergely Gulyas.

Gentiloni: «Difendiamo i valori dello stato di diritto»

«Oggi la Commissione Europea ha proposto di sospendere una parte dei Fondi di coesione per l’Ungheria. Difendiamo i valori dello stato di diritto e proteggiamo il bilancio comune europeo». Così ha commentato la proposta dell’esecutivo europeo il commissario Ue all’economia Paolo Gentiloni, aggiungendo che «le autorità ungheresi sono chiamate a rispondere con misure correttive concrete»

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