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Lavrov insiste all’Onu: «Ucraina sta diventando uno Stato totalitario nazista». E la Cina torna a spingere per il cessate il fuoco

22 Settembre 2022 - 18:48 Redazione
Per il responsabile degli Esteri del Cremlino è Kiev a perseguitare i dissidenti filorussi sul suo territorio

Sarebbe l’Ucraina che continua a «trascinare i combattimenti per indebolire la Russia». Così ha risposto il ministro degli esteri russo Sergej Lavrov ai commenti di numerosi leader presenti all’Assemblea dell’Onu di New York, che hanno criticato il perdurare dell’invasione russa dell’Ucraina. Il ministro di Mosca ha rincarato la dose di fronte al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, dicendo che «l’Ucraina sta diventando uno Stato totalitario di tipo nazista», in linea con la narrativa adottata dal Cremlino fin dall’inizio dell’invasione. «Il regime di Kiev sta intensificando le persecuzioni dei dissidenti» – ha aggiunto Lavrov, secondo il quale «i giornalisti sono perseguiti, e così chiunque abbia una visione diversa». Non sarebbe poi esente da colpe «l’Occidente» che a dire del ministro di Putin «è parte del conflitto in Ucraina». Nello specifico, ha aggiunto Lavrov: «Gli Usa e i loro alleati con la connivenza delle organizzazioni internazionali per i diritti umani hanno coperto i crimini del regime di Kiev»

Pechino: «Si faccia ogni sforzo per la pace»

Tra chi a New York ha criticato le azioni della Russia c’è anche la Cina. Pechino auspica che «i focolai di guerra si plachino al più presto» e che vengano riaperti i colloqui di pace, poiché il proseguire della «crisi in Ucraina non sono nell’interesse delle parti». Ad affermarlo è stato il ministro degli Esteri cinese Wang Yi a colloquio con il suo omologo polacco Zbigniew Rau a margine dell’Assemblea dell’Onu di New York. Il ministro di Pechino ha avvertito: la situazione in Ucraina «mostra un trend in espansione e di lungo termine, con effetti di contagio negativi sempre più gravi che la parte cinese non vuole vedere: le priorità sono il cessate il fuoco e la fine della guerra». Ciononostante, Yi ha confermato la posizione del gigante asiatico che «non starà a guardare né aggiungerà benzina sul fuoco, continuando a svolgere il proprio ruolo a modo suo». Il che vuol dire: «Allo stesso tempo sosteniamo l’Ue e i principali Paesi europei a continuare a mediare e a fare ogni sforzo per la pace»

Le affermazioni di Yi sono riportate in una nota rilasciata da Pechino ripresa dall’Ansa, nella quale si legge che «la Cina ha sempre sostenuto l’istituzione di un’architettura di sicurezza europea equilibrata efficace e sostenibile per fornire una garanzia duratura per la pace» motivo per cui Pechino «continuerà a impegnarsi» nella promozione dei negoziati in questo senso. Non è la prima volta che la Cina si mostra critica nei confronti delle azioni della Russia. Già la scorsa settimana nei colloqui di Samarcanda in Uzbekistan, il presidente russo Vladimir Putin aveva ammesso che Pechino ha domande e preoccupazioni sulla questione Ucraina, mentre ieri un portavoce di Yi aveva dichiarato: «Chiediamo alle parti coinvolte di raggiungere un cessate il fuoco e iniziare delle consultazioni; di trovare una soluzione che tenga in considerazione le legittime preoccupazioni sulla sicurezza di tutte le parti il prima possibile».

Domani l’incontro Yi – Blinken

A riguardo è arrivata una nota del dipartimento di stato Usa dalla quale si apprende che il segretario di Stato di Washington Antony Blinken si vedrà domani con Yi. Il colloquio tra i due fa parte dell’impegno degli Stati Uniti a «mantenere aperte le linee di comunicazione e gestire la concorrenza in modo responsabile».

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