Elezioni, chi ha vinto nelle regioni: FdI il più votato al Nord, M5s al top nel Mezzogiorno

Le sorprese a destra tra Veneto, Lombardia e Piemonte. Il tracollo del Pd

Fratelli d’Italia è il partito più votato in metà delle regioni d’Italia, soprattutto al Nord. Mentre al Sud e nelle Isole è il Movimento 5 Stelle a conquistare più preferenze. È questa la fotografia dell’elettorato italiano secondo gli ultimi dati parziali dello spoglio dei voti, quasi conclusi. Entrando nello specifico, il partito di Giorgia Meloni è il primo alla Camera in dieci regioni: Abruzzo, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Lombardia, Marche, Piemonte, Trentino Alto Adige, Umbria e Veneto. Per i pentastellati il primato è in Basilicata, Campania, Calabria, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia. In particolare, in Campania il M5s si posiziona con il 34,87%, vicino al 33,8% del centrodestra. Distante il centrosinistra con il 21,9% dei voti. In Valle d’Aosta, invece, è andato ad Autonomie Progrès Fédéralisme che ha staccato di circa 9 punti percentuali con il partito di centrodestra. Nelle altre, laddove non è il primo partito, FdI si posiziona come secondo.


Cambio di bandiera in Toscana ed Emilia Romagna

Storico cambio di colore per due regioni tradizionalmente rosse: Toscana ed Emilia-Romagna. Nella prima il centrodestra si avvicina al 40% (38,56), mentre il centrosinistra al 33,86%. Al terzo posto ci sono i 5 Stelle di Giuseppe Conte con il 11,26% e Terzo polo in quarta posizione con il 9,33%. E anche in Emilia, nonostante un dignitoso 35,8% del centrosinistra, la vittoria è della coalizione del centrodestra con quasi il 38,9%. Terzo posto per i pentastellati che hanno preso il 10% dei voti. Sempre quarto il partito di Calenda e Renzi con l’8,4% delle preferenze.


FdI supera Salvini nelle roccaforti di Lega

Svolta storica nelle roccaforti della Lega: in Lombardia e in Veneto Fratelli d’Italia doppia il partito di Matteo Salvini. Come diverse regioni del nord, in Lombardia oltre il 50% delle preferenze è andato al centrodestra, di cui oltre il 27% a Giorgia Meloni, contro il 27% del centrosinistra. Terzo posto per il Terzo Polo con poco più del 10%. La Lega si è attestata al 14%, Forza Italia all’8%. Una ribalta non da poco se si prendono in esame i risultati raggiunti alle ultime elezioni politiche del 2018, in cui il 28% era alla Lega, il 14% a Forza Italia e circa il 4% a Fratelli d’Italia. Simile la situazione in Veneto, in mano a Luca Zaia, in cui sono cambiati gli equilibri interni. Centrodestra ha preso il 57% di cui il 32,6% di FdI, il 14,6% della Lega e il 7% a Forza Italia. Il tutto contro il 23% guadagnato dal centrosinistra. Di fronte a questi risultati c’è chi inizia a tirare le somme.

«Questa disfatta ha un nome e cognome: Matteo Salvini»

«Questa disfatta ha un nome e cognome, Matteo Salvini», dice Gianantonio Da Re, europarlamentare trevigiano della Lega, commentando il tracollo leghista in Veneto. «Dal Papeete in poi ha sbagliato tutto ha nominato nelle segreterie delle persone che hanno solo ed esclusivamente salvaguardato il proprio sedere», ha aggiunto. E per questo ne chiede le dimissioni: Deve passare «la mano a Massimiliano Fedriga e fissare in anticipo i congressi per la ricostruzione del partito».

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