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Cosa farà Giorgia Meloni su bollette ed energia: il decreto, le trivelle e i rincari dell’80% sul gas in arrivo

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La nuova premier e la legge tra ottobre e novembre. Con l'obiettivo di fermare la crescita dei prezzi dell'energia. E le poche opzioni sul tavolo

«Mi sto occupando delle bollette. Quella è la mia priorità adesso, il tema energetico». Nella sua unica comparsata davanti ai cronisti alla Camera la presidente del consiglio in pectore Giorgia Meloni ha dimostrato di avere le idee chiare sui problemi. Sulle soluzioni però ancora no. Di certo c’è che il nuovo governo Meloni dovrà varare un decreto tra ottobre e novembre. Per prorogare fino a marzo le norme di Mario Draghi. Per adesso la dotazione è di 10 miliardi: sono i soldi lasciati in cassa dal precedente governo. Ma ne servono altri 15. E qui cominciano i problemi. Perché l’idea del nuovo esecutivo è di fare cassa con un “saldo e stralcio” delle cartelle esattoriali e dirottando fondi Ue. Ma difficilmente Bruxelles darà l’ok. La riscrittura della tassa sugli extraprofitti con i ricavi nell’imponibile è una strada che abbasserebbe il gettito complessivo. E allora si fa largo un’altra ipotesi. Quella di eliminare il Pitesai per estrarre gas con le trivelle.

Cos’è il Pitesai

Il Pitesai è il “Piano per la transizione energetica nelle aree idonee”. Era stato congelato per tre anni nella scorsa legislatura. Anche dopo l’esito del referendum sulle trivelle. Il governo Draghi ne aveva promesso la riattivazione. Un secondo decreto per velocizzare le pratiche relative è arrivato a maggio. Ma secondo l’ultimo rapporto del Mise la produzione nazionale da gennaio a giugno è invece scesa. Nel medio termine quelle misure dovrebbero portare al raddoppio della capacità. «Ma questo obiettivo è semplicemente impossibile», secondo Davide Tabarelli di Nomisma Energia. Il Fatto Quotidiano scrive oggi che una delle idee che circolano nella nuova maggioranza è quella di eliminare il Pitesai. Per riprovare a estrarre più gas possibile con le trivellazioni.

Intanto si va verso un rincaro per le bollette del gas dopo quelle dell’elettricità. A ottobre dovrebbe arrivare un incremento dell’80% secondo Arera. «Con il prezzo medio del gas sul Psv (il mercato italiano all’ingrosso, ndr) a circa 190 euro a megawattora per il mese di settembre — ha dichiarato il presidente Stefano Besseghini — l’aumento delle tariffe sarà di quell’ordine». Tutto sarà ufficiale martedì, quando l’Autorità di Regolazione di Energia, Reti e Ambiente annuncerà l’aggiornamento tariffario delle utenze per chi è in regime di maggior tutela. La periodicità della revisione delle tariffe con ottobre cambia e da trimestrale diventa mensile. Cambia anche il prezzo preso a riferimento. Non è più quello europeo che si forma sul Ttf di Amsterdam, ma quello italiano che si forma sul Psv. Ed è molto più alto rispetto a quello che era stato preso a riferimento per le bollette del terzo trimestre.

Il maxi rincaro del metano

Per questo il nuovo governo dovrà fronteggiare anche il maxi-rincaro del metano. E trovare le risorse per proseguire la politica di aiuti di Draghi. Estensione dei crediti di imposta per le imprese energivore, proroga del taglio delle accise su benzina e gasolio, moratoria sui prestiti e rateizzazione dei conti dell’energia. «Se ci saranno da prendere decisioni difficili lo faremo», ha detto ieri Meloni. Ma il rischio concreto, avverte oggi il Corriere della Sera, è che il suo governo non potrà godere dei 100 giorni di luna di miele con l’opinione pubblica che sono di solito appannaggio degli esecutivi all’esordio. In attesa delle modifiche al reddito di cittadinanza e al Superbonus annunciate. Che avranno un costo politico importante visto che si preannuncia una dura opposizione in Parlamento.

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