Giorgia Meloni, la prima uscita pubblica dopo le elezioni: «L’Italia torni a difendere i suoi interessi»

Prima l’incontro «molto cordiale» con Berlusconi

È la prima uscita pubblica dalle elezioni che ha vinto. Giorgia Meloni è arrivata, accolta dagli applausi, al Villaggio di Coldiretti al Castello Sforzesco di Milano per il suo intervento. Rigido il protocollo di sicurezza con l’ingresso al cortile del Castello transennato per evitare un contatto ravvicinato tra i giornalisti e la leader di Fratelli d’Italia. Al suo arrivo dalla platea si sono levate anche urla di incitamento e qualche «brava». Ed è stata accolta dalle note di “A mano a mano”, la canzone di Rino Gaetano scelta come ‘inno’ della vittoria elettorale. Poi il suo discorso: «Sapete che in questi giorni ho scelto di limitare uscite pubbliche per dedicarmi anima e corpo ad affrontare i dossier più urgenti. Se saremo chiamati a governare questa nazione è chiaro da subito che abbiamo in mente di dare risposte efficaci e immediate ai principali problemi», ha esordito. «L’obiettivo è quello di restituire una strategia industriale a questa Nazione che da tempo non l’ha avuta».


Una strategia industriale per l’Italia

La leader di Fratelli d’Italia, che si è accomodata in prima fila, è intervenuta dal palco dopo Antonio Tajani. «Sono in costante contatto con il governo uscente», ha aggiunto. Sul gas, secondo la premier in pectore, il tema non è come compensare la speculazione ma come fermarla: «L’Italia deve tornare alla difesa del suo interesse per trovare soluzioni comuni. Confido che ci siano e ci saranno i margini per mettere a punto una soluzione che vada a impattare sui costi energetici». E ancora: «La nostra bussola è non disturbare chi vuole fare. La ricchezza la fanno i lavoratori e le imprese, lo Stato deve metterli in grado di produrla». Per la leader di FdI in Europa «serve una strategia sulle catene di approvvigionamento». E poi: «Leggendo i giornali oggi molti avranno capito che quando noi dicevamo che in Europa si parte dalla difesa degli interessi nazionali per arrivare a soluzioni comuni, non lo facevamo perché eravamo populisti, ma perché eravamo lucidi».

Meloni ha poi detto di voler coinvolgere i corpi intermedi nel governo. E ha parlato della necessità di avere un «sovranismo alimentare» per rendere il paese autosufficiente. «La politica deve avere il buon senso di ascoltare e decidere, ma anche l’umiltà di chiedere a chi vive le questioni nel quotidiano quali possono essere le soluzioni. Anche su questo si può costruire un rapporto diverso tra istituzioni e cittadini», secondo Meloni. Lasciando la tensostruttura che ha ospitato il suo intervento, la presidente di FdI ha detto di voler fare un giro, in quanto «devo firmare la petizione contro il cibo sintetico».

L’incontro con Berlusconi

Sul clima, ha attaccato Meloni, «il governo uscente ha avuto un approccio ideologico assurdo con vincoli che non aiutano la sostenibilità, noi vogliamo difendere l’ambiente con l’uomo dentro, non vogliamo cacciare l’uomo. La sostenibilità deve essere ambientale, sociale ed economica». Mentre sull’agroalimentare «ci sono tre grandi questioni, il primo è la sostenibilità ambientale, sociale ed economica: vogliamo difendere l’ambiente con l’uomo dentro. Il tema della protezione è la seconda questione cioè qualità, difesa del marchio e delle filiere. La sovranità alimentare è la terza questione, ed è centrale: ci hanno raccontato che il libero commercio senza regole ci avrebbe reso tutti più ricchi, ma non è andata così, la ricchezza è concentrata verso l’alto e ci siamo indeboliti, dipendiamo da tutti per tutto».

Prima dell’intervento la premier in pectore ha fatto sapere di aver incontrato Silvio Berlusconi: «È stato un incontro molto cordiale e molto costruttivo. Sono ottimista. Nel centrodestra c’è massima comunità d’intenti», ha detto. Meloni e Berlusconi hanno poi approfondito i dossier più urgenti all’ordine del giorno, a partire dal caro energia: «È stato un incontro concreto e cordiale, siamo d’accordo sulle priorità e sulle prime cose da fare». I due leader si sono poi confrontati sui prossimi passaggi istituzionali in vista della convocazione del prossimo Parlamento e «hanno condiviso la necessità che l’Italia abbia bisogno di un governo di alto profilo, capace di affrontare le gravi emergenze che il Paese si trova difronte».

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