Calenda sulla direzione Pd: «L’assoluta banalità di Letta non è politica, ma moralismo. Difficile fare opposizione insieme»

Il leader del Terzo polo ha ribadito, ancora una volta, che non accetterà mai di far parte di una coalizione che includa al suo interno i 5 stelle

Quasi in tempo reale con il discorso di Enrico Letta alla direzione del Pd, è arrivato il commento di Carlo Calenda. Il suo Terzo polo è stato citato in diversi passaggi relativi al tentativo, fallito, di quel campo largo cui il segretario Dem auspicava. «L’assoluta banalità dell’intervento di Letta alla direzione del Partito democratico conferma una sola cosa: continuano a non voler scegliere», ha scritto Calenda su Twitter. «Le solite parole d’ordine su giovani, donne e “ma anche”. Nessuna proposta o idea. “Siamo i buoni e tutti gli altri i cattivi”. Questo è tutto. Non è politica ma moralismo. Siamo per le donne ma eleggiamo meno donne di tutti. Siamo per i giovani ma il partito è gestito da Zingaretti, Bettini, Orlando e Franceschini. Abbiamo perso ma è colpa degli altri. Così sarà molto difficile fare opposizione insieme», ha sentenziato il leader del Terzo polo.


Calenda: «Per noi il campo largo non esiste»

Letta, cha ha dato avvio – il 6 ottobre – alla fase congressuale che porterà ad avere un nuovo segretario entro il mese di marzo, ha anche chiesto ai dirigenti del Pd di non trasformare il congresso in un «referendum su Giuseppe Conte e Carlo Calenda». Su questo punto, il leader di Azione e del Terzo polo ha voluto chiarire ulteriormente la sua posizione su un’eventuale coalizione che possa abbracciare sia riformisti sia grillini: «Il vero problema del Partito democratico è che non decide mai se è riformista o populista, se guarda a noi liberal-democratici o se guarda ai qualunquisti, cioè i Cinquestelle. Lo ribadiamo: per noi il campo largo non esiste. Non è mai esistito».


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