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L’altra inchiesta sui trapper a Bergamo: Simba La Rue “tradito” dalla fidanzata

07 Ottobre 2022 - 09:59 Redazione
La donna è accusata di tentato omicidio insieme ad altre tre persone

Mentre a Milano Simba la Rue veniva arrestato insieme a Baby Gang per una rissa di luglio, a Bergamo finiva in carcere anche la sua fidanzata di 31 anni. Gli arresti si riferiscono ai fatti del 16 giugno scorso, quando Simba La Rue subì un’aggressione. La donna, ritenuta una dei mandanti. è tra le quattro persone finite in carcere su ordine del gip di Bergamo con l’accusa di tentato omicidio. Insieme a lei, i tre presunti autori materiali dell’aggressione. Ovvero un milanese 24enne, un monselicense anch’egli 24enne e un cittadino marocchino 30enne già in galera per altri motivi in Austria. In una serie di conversazioni telefoniche intercettate la 31enne avrebbe confessato di aver favorito il raid fornendo il suo indirizzo di casa e facendo sapere che avrebbe passato la serata insieme a Simba e a un amico del trapper padovano Baby Touché. Così è stata organizzata la vendetta per il sequestro e il pestaggio subito da Touché una settimana prima a Milano per mano di Simba e alcuni membri del suo gruppo.

Le intercettazioni

Secondo quanto emerge dalle intercettazioni la ragazza ha “confessato” la vicenda parlando proprio con il rapper. «Doveva venire da solo a farti questa cosa, umiliarti …», dice la giovane intercettata il 10 luglio. Il fidanzato risponde: «Mi hai venduto e basta». Dalle carte si vede che comunque i due, poi, si sono riappacificati. L’inchiesta è della pubblica ministera Francesca Crupi. Simba, già arrestato a fine luglio anche per il sequestro del 9 giugno ai danni del capo della gang antagonista, Mohamed Amine Amagour, ossia Baby Touché, era passato ai domiciliari in una comunità per motivi di salute. Ed è stato operato per la ferita alla gamba subita. A settembre il trapper «utilizzando il cellulare di una suora operatrice della Comunità» è riuscito a mettersi «in contatto 2 volte» proprio con la fidanzata, «soggetto tra l’altro centrale – scrive il gip – nella genesi e nel meccanismo dell’aggressione che lo stesso Saida ha subito in provincia di Bergamo». Il gip parla di continuità nelle violazioni del regime dei domiciliari da parte del trapper e delle persone a lui vicine. Risulta che pure Zaccaria Mouhib, ossia Baby Gang, oggi finito in carcere, si sarebbe recato stabilmente in comunità a trovare l’amico.

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