Perché il bombardamento di Kiev è la vendetta di Putin per l’attacco al ponte in Crimea
Un bombardamento che non si vedeva dal 26 giugno scorso. Le forze armate russe hanno deciso di colpire Kiev, la capitale ucraina, nella mattinata del 10 ottobre. Un attacco che non ha guardato in faccia nessuno: né civili né autorità. Missili sono caduti nel parco Shevchenko, a pochi passi dall’Università, sul ponte di Klitschko, ma anche nel quartiere di Pechersk, dove si trova la sede del Servizio di sicurezza ucraino. È proprio lo Sbu ad essere stato accusato dal presidente russo Vladimir Putin di aver architettato l’attacco al Ponte di Kerch in Crimea. Un obiettivo sensibile, di importanza strategica centrale per la Russia visto che permetteva rifornimenti diretti alle proprie truppe schierate al fronte, «un’infrastruttura civile critica». Le stesse parole che il sindaco di Kiev, Vitali Klitschko, ha usato per descrivere gli obiettivi scelti per l’attacco missilistico di Mosca.
La vendetta di Putin
All’indomani dell’attacco al Ponte di Kerch, Putin aveva fatto sapere che avrebbe presieduto il Consiglio di sicurezza in programma proprio per oggi, nel quale avrebbe preso «decisioni importanti». Già nei giorni scorsi, in seguito ai referendum che hanno sancito l’annessione delle 4 regioni ucraine occupate (Donetsk, Lugansk, Cherson e Zaporizhzhia), le autorità russe avevano dichiarato senza troppi giri di parole che in caso di minaccia all’integrità territoriale della Federazione non avrebbero esitato a usare altri tipi di armi, compresa la nucleare. Se il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, ha poi aggiustato il tiro a riguardo, alla fine un attacco deciso come risposta all’attentato in Crimea c’è stato. Citato da Ukrainska Pravda, il comandante in capo delle forze armate di Kiev, Valery Zaluzhny, parla di 75 razzi lanciati contro l’Ucraina, ma solo 41 di questi sono stati neutralizzati dalla difesa aerea ucraina.
La distruzione diretta dei terroristi
Ora bisognerà capire quale sarà la prossima mossa di Putin, quella che probabilmente annuncerà al Consiglio di sicurezza, e come Zelensky reagirà a questo attacco diretto alla propria capitale. Così diretto, che uno dei missili è caduto a pochi metri dal suo ufficio. La raccomandazione da parte delle autorità ucraine è di rimanere al sicuro nei rifugi, di non uscire di casa. Sotto l’etichetta «infrastrutture civili critiche» possono essere compresi obiettivi per certi versi impronosticabili. Stando alle informazioni ufficiali, le città colpite dai bombardamenti sarebbero almeno 7. Come annunciato dall’ex presidente russo Dmitry Medvedev, «la risposta al crimine in Crimea non può essere che la distruzione diretta dei terroristi».
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