Come sta Roberto Burioni: «Il Coronavirus ha preso anche me ma è cambiata la prospettiva dei vaccini»

Il professore si è scoperto positivo dopo un colpo di tosse. E spiega che l’immunizzazione non protegge dall’infezione ma limita le conseguenze della malattia

«Stavo andando a fare lezione quando un colpo di tosse mi ha fermato. Ho fatto subito un tampone a casa». Così il virologo Roberto Burioni racconta oggi in un’intervista al Corriere della Sera come ha scoperto di essere positivo al Coronavirus. Il professore del San Raffaele ha annunciato di aver contratto Covid-19 a Che Tempo Che Fa domenica scorsa. «Il vaccino non ha più una grande efficacia nella protezione contro l’infezione. Mentre fino alla Delta aveva un’alta efficacia, ora non è più cosi e io ne sono l’esempio. Sicuramente però continua a limitare le conseguenze della malattia. Come vedete io non sto molto male». Attualmente Burioni ha un po’ di mal di gola e tosse. E una voce cavernosa che lo spinge nel colloquio con Roberta Scorranese ad accennare qualche nota di Just the way you are. «Mi sono nascosto per due anni e mezzo. Ma, come ormai tutti, mi sono ammalato anche io».


Omicron e Delta

Burioni fa sapere di aver ricevuto l’immunizzazione pochi giorni prima dell’inizio delle lezioni all’università: «Ma non è servito. Tutto prevedibile: il virus, in questi due anni e mezzo, è mutato molto e oggi il vaccino non protegge completamente dall’infezione, ma dalla malattia grave sì. E questo, voglio dirlo subito, è un grande successo scientifico». Il professore spiega che la variante Omicron 5 ha cambiato la prospettiva dei vaccini: «È estremamente contagiosa, può “bucare” l’immunità, un’immunità che comunque protegge dalla malattia grave. In sintesi: fino alla variante Delta noi ci vaccinavamo anche per proteggere gli altri. Da Omicron in poi, ci vacciniamo soprattutto per proteggere noi stessi. Ecco perché è importante che Omicron non ci trovi “impreparati”, cioè senza vaccino».


Il professore consiglia la quarta dose a tutti quelli che hanno più di 12 anni. E tra gli strumenti per debellare l’infezione ricorda gli antivirali: «Il protocollo che regola la somministrazione varia da regione a regione. Ma sono un aiuto importante per anziani e fragili. Basta informarsi». E spiega che i sintomi della nuova variante sono diversi rispetto a due anni e mezzo fa: «Ci si può confondere con l’influenza. Dunque, tanta prudenza, vaccini e, da ultimo, perché non indossare la mascherina in situazioni dove non dà fastidio?». Oggi Burioni ha «un po’ di laringite, una leggera tosse e tanta fiducia nella scienza». E scarta l’ipotesi di fondare una cover band di Barry White: «Io sono anche pianista e, con rammarico, dico no alla carriera di cantante. Contro le stecche non c’è vaccino!».

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