La strana storia del carabiniere che avvistava gli Ufo (rinviato a giudizio per truffa e falso)

Alessandro Di Roio ha presentato un dossier di oltre 200 pagine. Ma…

Due ore e quaranta di straordinari per andare, secondo l’accusa, a caccia di alieni. Per questo l’ex comandante dei carabinieri della stazione di Chiesa in Valmalenco, Alessandro Di Roio, ora in pensione, è stato portato in tribunale per falso ideologico in atto pubblico e truffa continuata. L’accusa è quella di aver raggirato lo Stato per una somma di cento euro lordi, 80 netti. Eppure, nonostante in quelle ore fosse a suo dire «in servizio e non a caccia di ufo», «in quel periodo gli avvistamenti erano quasi quotidiani e le persone terrorizzate si rivolgevano a me», ha spiegato Di Roio. La difesa in processo ha presentato un dossier di oltre duecento pagine che proverebbero la presenza di entità paranormali sul territorio. Negli scatti, descritti dal Corriere della Sera, appaiono oggetti non identificati nel cielo, strane figure nere sulle montagne, umanoidi volanti e ombre semi-trasparenti.


Un «personaggio scomodo»

Di Roio ha comandato la stazione di Chiesa in Valmalenco dal 1996 al 2021, prima di essere congedato. Nato a Caracas da genitori italiani, inizia a prestare servizio nell’Arma appena maggiorenne. La sua carriera è brillante e rispettata, fino a quando nel 2011 non iniziarono ad avvenire episodi bizzarri. «I cittadini hanno iniziato a presentarsi in caserma descrivendo sfere di luci pulsanti, oggetti volanti non identificati, fenomeni paranormali — ha raccontato Di Roio —. Io non facevo altro che compilare l’apposito modulo e inoltrare la segnalazione, cinque quelle arrivate agli uffici superiori, ma ne ho raccolte complessivamente ventisei». Modus operandi che l’avrebbe reso un «personaggio scomodo»: aveva infatti disobbedito all’ordine arrivato dai vertici di mettere un freno alle pratiche, per non macchiarsi di «omissione d’atti d’ufficio», spiega il suo legale Marco Della Luna. «Mi hanno preso in giro, trattato come un matto. Ho attraversato un periodo molto difficile, mi sono ammalato, ma posso assicurare di non essere mai venuto meno al mio dovere e di non aver mai rubato nulla allo Stato», aggiunge amaramente Di Roio.


I due processi

Il processo in corso nel tribunale di Sondrio è stato aggiornato al prossimo 11 gennaio, quando con tutta probabilità si andrà a sentenza. Parallelamente, Di Roio è stato protagonista di un altro processo presso il tribunale militare di Verona, che martedì si è chiuso con il non luogo a procedere. Le accuse erano di diffamazione continua e pluriaggravata nei confronti dell’allora capitano dei carabinieri di Sondrio Federica Galvagno e dell’allora comandante provinciale, il colonnello Emanuele De Ciuceis. I suoi superiori avrebbero il trasferimento del sottufficiale a Morbegno, a cui quest’ultimo si era opposto strenuamente prima di venire congedato.

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