La Farnesina dopo i raid a Kiev: «Gli italiani lascino l’Ucraina». Parte il dispiegamento delle truppe bielorusse

Dalla Germania intanto il capo degli 007 di Berlino avverte che il conflitto in Ucraina è destinato a durare ancora a lungo

«Ai connazionali ancora presenti si raccomanda fortemente di lasciare il Paese», comunica l’Ambasciata italiana in Ucraina agli italiani ancora presenti sul territorio ucraino, dopo l’intensificarsi dei bombardamenti da parte delle forze di Mosca, con raid aerei che hanno coinvolto anche la capitale Kiev. Questa mattina l’esercito russo ha lanciato una nuova offensiva con droni kamikaze che ha colpito la capitale del Paese e altre due regioni ucraine, Dnipropetrovsk Sumy. In queste ore, poi, il ministro della Difesa bielorusso Viktor Khrenin ha annunciato l’inizio del dispiegamento di truppe congiunte con l’esercito del Cremlino. «Il gruppo regionale di truppe e forze bielorusse e russe ha iniziato il suo dispiegamento e l’adempimento dei suoi compiti per la difesa armata dello Stato dell’Unione», ha precisato Khrenin. Numeri che si aggiungono alla «mobilitazione militare parziale» annunciata da Vladimir Putin a settembre, che porterà entro una decina di giorni 300 mila nuovi soldati russi in Ucraina.


La fine della guerra è lontana

Secondo l’intelligence tedesca, la strada per la fine della guerra è ancora lunga. «Entrambe le parti in conflitto nella guerra in Ucraina continuano a cercare una decisione sul campo di battaglia», fa notare Bruno Kahl, presidente del servizio segreto estero della Germania. «Quasi certamente i combattimenti continueranno anche l’anno prossimo». Secondo il capo dell’intelligence tedesca, la Russia non esclude il ricorso ad armi nucleari, che potrebbero essere utilizzate a livello regionale «per compensare la superiorità convenzionale dell’avversario e per essere in grado di dominare l’escalation militare». L’obiettivo di questa strategia sarebbe quello di costringere Kiev «a tornare al tavolo dei negoziati» per poi «fare accettare una pace imposta». Secondo Kahl, la vera minaccia per il Cremlino sarebbe la diffusione del «modello sociale occidentale di libertà e democrazia» nella vicina Ucraina. Per questo, il conflitto in corso «non riguarda principalmente il territorio dell’Ucraina» ma sarebbe «una dichiarazione di guerra contro l’intero mondo liberale e democratico occidentale».


Foto di copertina: EPA / VADYM SARAKHAN | Un quartiere di Kiev dopo gli attacchi kamikaze di questa mattina

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