Sul nucleare la Germania ci ripensa: posticipata al prossimo anno la chiusura delle centrali

Il cancelliere Scholz ha trovato una mediazione tra le forze di maggioranza. L’Spd: «Ora un piano ambizioso per liberarci dal carbone entro il 2030»

Il cancelliere tedesco Olaf Scholz ha ordinato di mantenere attive le tre centrali nucleari rimanenti almeno fino a metà aprile del 2023. La decisione originale del governo tedesco prevedeva la chiusura di tutti e tre gli impianti entro la fine dell’anno. La crisi energetica scoppiata con la guerra in Ucraina e il dibattito pubblico sul tema, però, hanno convinto il governo a cambiare idea. La soluzione individuata da Scholz rappresenta un compromesso tra le diverse forze politiche della cosiddetta «coalizione semaforo». I Verdi, guidati dal ministro dell’Economia Robert Habeck, insistevano per chiudere due centrali nucleari già quest’anno. Il ministro delle Finanze Christian Lindner, leader dei Liberali, chiedeva invece di prolungare l’attività di tutti e tre gli impianti almeno fino al 2024.


Il rischio del ritorno al carbone

La decisione della Germania di chiudere gradualmente tutte le centrali nucleari fu presa dall’ex cancelliera Angela Merkel in seguito all’incidente di Fukushima, in Giappone, nel 2011. Secondo la tabella di marcia del governo tedesco, gli ultimi tre impianti ancora attivi avrebbero dovuto cessare ogni attività entro la fine di quest’anno. La crisi energetica di questi mesi, però, ha complicato la situazione. Ad oggi, infatti, circa il 6% dell’elettricità in Germania è prodotta dalle centrali nucleari, ma gli scarsi approvvigionamenti di gas provenienti dalla Russia hanno messo Scholz di fronte a un dilemma: prolungare l’attività dei tre impianti ancora attivi oppure aumentare l’estrazione di carbone. Sulla questione è intervenuta la scorsa settimana anche l’attivista climatica Greta Thunberg, che aveva definito «un errore» la decisione di Berlino di chiudere le centrali nucleari se l’unica alternativa a disposizione sono le miniere di carbone. Il partito socialdemocratico tedesco ha accolto con favore la decisione del cancelliere Scholz, ma ha chiesto ai ministri competenti di sviluppare una piano «ambizioso» di transizione energetica, che permetta di abbandonare definitivamente ogni attività legata al carbone entro il 2030.


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