Arrestato In Italia il figlio di un oligarca russo su ordine Usa: il traffico di petrolio e armi che sfuggiva alle sanzioni

L’uomo è accusato dal tribunale di Brooklyn, assieme ad altri quattro russi, di evasione delle sanzioni e riciclaggio di denaro a livello globale

È stato arrestato all’aeroporto di Milano Malpensa lo scorso lunedì Artem Uss, manager russo e figlio dell’oligarca Aleksandr Uss, governatore della regione di Krasnoyask, nella Siberia centrale. Come racconta Formiche.net, Iss era ricercato dalla giustizia americana, che ieri ha formalizzato i 12 capi d’accusa nei suoi confronti, assieme ad altri quattro indagati: tra questi evasione delle sanzioni e riciclaggio di denaro a livello globale. Uss ha diverse partecipazioni in società russe nella regione governata dal padre ed è manager in una società di un gruppo petrolifero che fa capo a Mosca. Altro indagato è Yuri Orekhov, arrestato in Germania, socio in affari con Uss e sospettato di aver usato società di comodo per procurarsi e acquistare tecnologie militari importanti da produttori americani, come componenti per sistemi missilistici, radar e satelliti. I prodotti venivano poi spediti a società colpite dalle sanzioni occidentali. Questi componenti, aggiunge Formiche.net, sarebbero stati ritrovati anche su mezzi di combattimento russo sequestrati in Ucraina. Secondo la procura di Brooklyn, Uss e il socio Orekhov avrebbero usato la società Nda GmbH come copertura per vendere al mercato nero centinaia di milioni di barili di petrolio dal Venezuela a clienti cinesi e russi, comprese diverse società colpite da sanzioni. In un’intercettazione, Orekhov avrebbe ammesso di aver agito per conto di un noto oligarca russo sotto sanzioni. Lo scorso 30 marzo, in un’altra conversazione intercettata, Orekhov avrebbe chiesto a Uss se avesse intenzione di scappare dalla Russia. Il manager avrebbe scherzato sul fatto di diventare un «latitante internazionale». Con Uss e Orekhov, che secondo il dipartimento di Giustizia americano rischiano fino a 30 anni di carcere, sono indagati Svetlana Kuzurgasheva, Timofey Telegin e Sergey Tulyakov, e i commercianti di petrolio venezuelani Juan Fernando Serrano Ponce e Juan Carlos Soto.


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