No! L’ambasciatrice Usa in Ucraina non è stata arrestata con l’accusa di tradimento

La notizia partiva da un sito che si afferma di ospitare “umorismo, parodia e satira”, e aveva già partorito bufale di questo tipo in passato

Deep State, oscure manovre pedofile, armi biologiche: un fritto misto che, come sappiamo, appare sempre nel menu dei complottisti e in particolare del mondo dei QAnon. A volte, però, nella foga che nasce dall’illusione di aver trovato qualche prova a supporto delle teorie cospirazioniste, ci si dimentica di verificare le fonti. E così una notizia pubblicata su un sito “satirico” diventa una clamorosa breaking news: è questo il caso del presunto arresto dell’ambasciatrice statunitense in Ucraina.

Per chi ha fretta:

  • Circola sui social l’annuncio del presunto arresto dell’ambasciatrice Usa in Ucraina, Bridget Brink
  • La fonte della notizia è un sito che si chiama “Real Raw News”: oltre a definirsi un portale che contiene “umorismo, parodia e satira”, aveva già partorito bufale di questo tipo in passato
  • Brink risulta del tutto estranea alla vicenda, come dimostrano i video successivi al presunto arresto in cui appare all’aria aperta mentre fa il suo lavoro

Analisi

«I militari arrestano l’ambasciatore statunitense in Ucraina Bridget Brink. Sabato le forze speciali statunitensi hanno arrestato l’ambasciatrice statunitense in Ucraina Bridget Ann Brink con l’accusa di tradimento, dopo che White Hats at Cyber ​​Command ha scoperto di aver consegnato clandestinamente enormi quantità di denaro a funzionari ucraini nel paese dilaniato dalla guerra noto per ospitare pedofili e scienziati di armi biologiche». Ad accompagnare queste parole, le emoji di sveglie ed esplosioni, a simboleggiare l’urgenza e l’impatto di questa presunta ultim’ora. La notizia viene accompagnata dallo screenshot di un articolo, che si suppone sia la sua stessa fonte.

Il pezzo linkato si intitola: «I militari arrestano l’ambasciatore statunitense in Ucraina Bridget Brink». Risulta essere pubblicato il 10 ottobre, probabilmente da un sito anglofono: ce ne accorgiamo leggendo che la notizia appartiene alla categoria “Stato profondo“, che sembra una traduzione sommaria del più diffuso termine “Deep State“. A sua volta, la categoria risulta un sottoinsieme della pagina “Casa”, probabilmente la maccheronica traduzione della più nota “Home” dei siti web.

In effetti, cercando la notizia nella sua versione originale e non in quella tradotta da Google, veniamo ricondotti a un blog su WordPress dal nome Real Raw News. La cronaca del presunto arresto si conclude con un appello ai lettori:

La libertà di parola e i media alternativi sono sotto attacco. Ne siamo stati tutti testimoni oggi quando un giudice corrotto del Deep State e una giuria liberale hanno ordinato ad AJ di pagare quasi 1 miliardo di dollari. Real Raw News ha bisogno dell’aiuto degli ascoltatori per sopravvivere. Grazie a tutti coloro che hanno aiutato. Ogni dollaro aiuta.

Con “AJ” il riferimento è al noto complottista americano Alex Jones, che dovrà risarcire con 965 milioni di dollari le famiglie delle vittime per aver negato la strage di Sandy Hook, la scuola elementare in Connectitut, negli Stati Uniti.

Ma a specificare che non siamo davanti a una testata affidabile sono gli stessi che gridano alla censura. Nella sezione «Chi siamo» del loro sito, infatti, specificano: «Le informazioni su questo sito Web sono a scopo informativo, educativo e di intrattenimento. Questo sito contiene umorismo, parodia e satira. Abbiamo incluso questo disclaimer per la nostra protezione, sul consiglio del consulente legale». Una consulenza probabilmente arrivata in seguito alla diffusione di notizie false e potenzialmente diffamatorie, come quella dell’arresto di Brink.

Non si tratta, infatti, che di una bufala. Non è la prima volta che il sito pubblica storie inventate di sana pianta. Non è nemmeno la prima volta che racconta di falsi arresti, che spesso prendono di mira personaggi pubblici, attribuendo le sue informazioni a “fonti” anonime dell’esercito americano.

L’articolo non ha fornito alcuna prova credibile per la sua affermazione, citando solo fonti anonime. Il Dipartimento di Stato ha categoricamente smentito all’Associated Press le insinuazioni dell’articolo incriminato. L’ambasciatrice, d’altronde, ha registrato videomessaggi in date successive al presunto arresto. Nelle clip appare serena e all’aria aperta.

Conclusioni

Le affermazioni secondo cui l’ambasciatrice degli Stati Uniti in Ucraina Bridget Brink è stata “arrestata” il 10 ottobre sono false. L’accusa deriva da un articolo di un sito web che in passato ha già pubblicato storie infondate, e si definisce come un portale che ospita anche satira e parodia.

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