Cina, il Pil cresce ma le promesse di Xi restano lontane: crolla la Borsa di Hong Kong

Nel terzo trimestre l’economia cinese è cresciuta del 3,9% (contro il 5,5% annunciato da Xi Jinping a inizio anno). Di questo ritmo, il sorpasso ai danni degli Usa potrebbe essere rimandato al 2060

Nel terzo trimestre del 2022, il Pil della Cina è cresciuto del 3,9% rispetto all’anno precedente. A comunicarlo è l’Ufficio nazionale di statistica, annunciando i dati economici attesa già la scorsa settimana e poi rinviati a causa del XX congresso nazionale del Partito comunista. Per qualunque Paese, una crescita del 3,9% potrebbe essere una buona notizia. In Cina, però, queste stime hanno fatto crollare la Borsa di Hong Kong, che ha segnato un -4,22% ed è scivolata al livello più basso degli ultimi 13 anni. I dati dell’ufficio nazionale di statistica, infatti, confermano l’impossibilità di raggiungere gli obiettivi economici fissati a inizio 2022 dal governo cinese, che si aspettava di chiudere l’anno con un +5,5%.


I timori per il prossimo anno

Secondo gli analisti, a causare un rallentamento della crescita economica cinese hanno contribuito una serie di fattori. Innanzitutto, la politica di «tolleranza zero» contro il Covid-19, che ha avuto l’indubbio merito di ridurre il numero di vittime, ma a costi sociali – ed economici – molto elevati. Pesano poi anche l’aggravarsi della crisi immobiliare e i rischi di recessione globale, che potrebbero mettere a rischio gli sforzi di Pechino per promuovere una solida ripresa economica nel 2023. Dalla fine di maggio, sono oltre 50 le misure di sostegno economico messe a punto dal governo di Xi Jinping per contrastare la disoccupazione. Positivi i dati sul surplus commerciale, che a settembre tocca quota 84,7 miliardi di dollari, contro gli 80,3 attesi. L’export, secondo i dati diffusi dalle Dogane cinesi questa mattina, è salito del 5,7%, mentre l’import si è fermato a un +0,3%. Sopra le attese anche la crescita della produzione industriale, che è aumentata del 6,3% in un anno, battendo le attese del 4,5%. Cresce, e di molto (+21,5%), l’import cinese di petrolio dalla Russia, che diventa così – insieme all’Arabia Saudita – il principale fornitore di greggio di Pechino.


Il sogno (rinviato) del sorpasso sugli Usa

I dati sul rallentamento della crescita economica cinese arrivano a conclusione del XX congresso del Partito comunista, che ha conferito a Xi Jinping un (inedito) terzo mandato. Nel suo discorso di apertura del congresso, il leader cinese aveva rivendicato i buoni risultati economici ottenuti nell’ultimo decennio e aveva promesso il raddoppio del Pil entro i prossimi dieci anni. Gli ultimi dati macro-economici, però, rischiano di complicare la situazione. Secondo il Financial Times, persino il tanto agognato «sorpasso» sull’economia americana potrebbe essere rimandato a data da destinarsi. Fino a qualche anno fa, gli esperti si aspettavano che il Pil cinese avrebbe superato – in termini assoluti – quello degli Stati Uniti tra il 2025 e il 2035. Con gli attuali trend di crescita, però, questo sorpasso potrebbe avvenire non prima del 2060.

Foto di copertina: EPA / WU HAO | Il presidente cinese Xi Jinping introduce i nuovi membri del comitato centrale al termine del XX Congresso del Partito Comunista Cinese

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