Cosa rischia la Juventus per l’inchiesta sulle plusvalenze: multe, penalizzazioni e squalifiche

Le carte dell’indagine potrebbero riaprire il contenzioso sportivo. L’accusa di falso in bilancio, le false fatturazioni e le scritture private sotto la lente

L’inchiesta sulle plusvalenze della Juventus potrebbe portare a una multa e a una penalizzazione in classifica. Ma se i giudici riuscissero a dimostrare l’esistenza di “patti occulti” sui contratti la situazione potrebbe peggiorare considerevolmente. Anche dopo la prima “assoluzione” al processo della Figc. Mentre la società torna a ribadire di aver operato secondo la legge, le carte dell’indagine della procura di Torino aprono squarci sulla realtà della gestione dei bianconeri. E anche se il Gip ha respinto la richiesta di arresti domiciliari per Andrea Agnelli, sotto la lente restano fatture, stipendi e pagamenti ai calciatori. Compresa l’ormai famosa “carta segreta” su Cristiano Ronaldo. Della quale gli inquirenti hanno ricostruito anche il valore: 19,7 milioni di euro. Ma agli atti ci sono 21 operazioni “fittizie” e 17 scritture private custodite fuori dalla sede della società.


«Se esce fuori ci saltano alla gola»

E torniamo all’intercettazione su Ronaldo. L’intercettazione risale al 23 settembre 2020 e al telefono ci sono Cesare Gabasio, direttore dell’ufficio legale della Juventus, e il direttore sportivo Federico Cherubini. I quasi venti milioni di euro si riferiscono a quattro mensilità dello stipendio del calciatore portoghese, maturate tra marzo e giugno 2020. Ronaldo aveva rinunciato ai soldi con la promessa di restituzione «incondizionata». Ovvero anche in caso di risultati sportivi deludenti o di addio del calciatore alla società. Secondo i Pm il punto è esattamente questo: se i soldi fossero stati ancorati al raggiungimento di risultati sportivi o alla permanenza del giocatore nella rosa, i bianconeri avrebbero potuto non caricare a bilancio il debito. Così no. Su questo ruota l’accusa di falso in bilancio. Oltre che sulle 21 operazioni di mercato considerate fittizie perché hanno coinvolto scambi di cartellini di giocatori senza flussi di denaro e con valutazioni gonfiate. Infine, ci sono le scritture private. Sono in totale 17 e sono state trovate durante le perquisizioni di dicembre. Tutte accompagnate da una side letter che garantiva il saldo di tutti i debiti. Una circostanza che ha permesso alla Juventus di iscrivere a bilancio un totale di 90 milioni di euro di risparmio invece di 22.


Procuratori e false fatturazioni

Ma nelle carte dei pm c’è di più. La Stampa fa sapere oggi che i giudici contestano una presunta evasione dell’Iva per 436 mila euro. Per operazioni inesistenti che coinvolgono società come la Reset di Davide Lippi, figlio di Marcello e procuratore di Chiellini. Poi c’è la Bestfoot FM che fa capo a Michele Fioranelli e la GG 11 di Gabriele Giuffrida. Ma, spiega oggi Repubblica, l’indagine potrebbe riaccendere il giudizio sportivo. E la Procura della Federcalcio è pronta a chiedere le carte. Perché il recupero “certo e incondizionato” degli stipendi differiti configura un contratto tra calciatore e società. E quelli non depositati in Lega portano a sanzioni come un’ammenda e la penalizzazione di uno o due punti in classifica. Oltre alla squalifica del calciatore coinvolto. Per esempio un incentivo all’esodo occulto per Cristiano Ronaldo farebbe diventare molto pericolosa la questione giuridico-sportiva. I pm contestano anche le operazioni con gli agenti. Perché secondo i giudici servivano a coprire debiti passati. Saldando acquisti di giocatori che non prevedevano mediazione da parte degli agenti.

La difesa della Juventus

L’avvocato Maurizio Bellacosa (studio Severino), legale della Juventus, e Davide Sangiorgio, legale del presidente Andrea Agnelli e di alcuni dirigenti del club bianconero, hanno dato ieri la loro versione dei fatti. «Due sentenze della giustizia sportiva hanno già riconosciuto la piena regolarità contabile da parte della società, che ha agito in piena coerenza con la prassi della football industry», hanno detto in una nota stampa. «Per quanto concerne gli accordi di riduzione e di integrazione degli stipendi, si tratta di iniziative di buon governo societario adottate nel contesto emergenziale della pandemia da Covid 19, che determinò la sospensione delle competizioni sportive calcistiche e la chiusura degli stadi», hanno aggiunto.

Le comunicazioni al mercato

Infine, le comunicazioni: «La società con comunicato del 28 marzo 2020 rese nota, in piena trasparenza al mercato e ai soci, una riduzione degli stipendi concordata con i calciatori, facendo presente che eventuali integrazioni dei compensi sarebbero state negoziate e corrisposte se e quando le competizioni sportive fossero riprese e gli stadi fossero stati riaperti. Questa situazione eccezionale di emergenza e di incertezza si è protratta, come è noto, dalla stagione sportiva 2019/20 fino a tutta la stagione 2020/21, visto che soltanto nella primavera del 2022 gli stadi sono stati pienamente riaperti al pubblico. La Società ha pertanto contabilizzato le modifiche agli stipendi e le integrazioni dei compensi in coerenza con la loro progressiva definizione e nel rispetto della disciplina contabile di riferimento».

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