Milano, morto un ferito nell’accoltellamento al centro commerciale: era dipendente del supermercato. Colpito anche il calciatore Pablo Marì del Monza

L’aggressore è stato arrestato. Si tratterebbe di un 46enne italiano con disturbi psichici, ora accusato per omicidio e tentato omicidio plurimo

Almeno sei persone sono rimaste ferite, di cui tre gravemente, accoltellate da un 46enne nel supermercato Carrefour del centro commerciale Milanofiori di Assago, a Sud di Milano, alle 18.30 circa di oggi giovedì 27 ottobre. L’uomo è stato fermato dai carabinieri dopo che alcuni clienti l’hanno bloccato dopo l’aggressione. Uno degli individui coinvolti, un dipendente del supermercato è morto in seguito all’aggressione. L’uomo, sulla trentina, fa parte dei quattro pazienti che sono stati portati in ospedale in codice rosso. A un’altra delle persone coinvolte, invece, è stato assegnato il codice giallo. Ad essere feriti gravemente, quindi, sono un uomo di 40 anni e una signora di 72, oltre al difensore del Monza Pablo Marì. Per una di queste, si è reso necessario l’intervento dell’eliambulanza. Un’anziana di 81 anni, invece, è stata soccorsa sul posto. L’aggressore è ora accusato di omicidio e tentato omicidio plurimo, mentre è in corso l’interrogatorio nella caserma di via della Moscova a Milano. Sul posto sono giunte sette ambulanze e due auto mediche, oltre al pm Paolo Storari. La dinamica dell’evento è ancora in ricostruzione da parte dei militari ma pare che l’aggressore, che soffrirebbe di problemi psichici, abbia afferrato un coltello che si trovava in esposizione sugli scaffali del supermercato per poi aggredire i malcapitati, apparentemente senza che vi fosse un movente. Il 18 ottobre era stato medicato al pronto soccorso per alcune ferite che si era procurato al volto colpendosi da solo.


Come sta Pablo Marì?

Il difensore spagnolo del Monza calcio Pablo Marì è stato trasportato all’ospedale di Niguarda, presso la struttura si sono recati anche l’amministratore delegato del Monza Adriano Galliani e l’allenatore Raffaele Palladino. Secondo quanto riporta il Corriere della Sera il giocatore in prestito dall’Arsenal è cosciente e in grado di parlare ma si troverebbe in condizioni gravi. Sul proprio profilo ufficiale, l’AC Monza ha pubblicato un tweet firmato da Galliani: «Sei un guerriero e guarirai presto».


La testimone: «Siamo scappate più in fretta possibile»

I testimoni raccontano che all’inizio credevano si trattasse di uno scippo: «perché abbiamo visto dei ragazzi e una signora correre, poi abbiamo visto sempre più gente con facce sconvolte e abbiamo capito che era successo qualcosa di grave». Così una giovane che si trovava in un bar del cento commerciale non lontano dal luogo dell’aggressione. «A un certo punto» – continua – «la ragazza del bar la ragazza del bar ha iniziato a parlare di pistole quindi molto gentilmente, mentre tirava giù la serranda, ci ha nascoste perché nemmeno lei capiva cosa stava succedendo. Siamo rimaste nel retro del bar mentre vedevamo anche il resto della ristorazione chiudere nascondendo le persone dentro. Poi dopo circa 5 minuti è arrivata una commessa del Carrefour che aveva assistito alla prima aggressione, non parlava di armi ma solo di un pazzo. Era sconvolta e la ragazza del bar l’ha soccorsa». Poco dopo «abbiamo visto gente scappare e siamo andate via anche noi, siamo uscite mentre dall’altoparlante del centro commerciale chiedevano l’intervento urgente di un medico e ci siamo allontanate il più velocemente possibile». Infine, «sapere che l’hanno preso ci mette tranquille e speriamo» – conclude – «che i feriti possano cavarsela».

Carrefour: «Attivato sportello di supporto psicologico»

In relazione all’evento, Carrefour Italia ha espresso «la massima vicinanza ai dipendenti e ai clienti coinvolti nell’aggressione e alle loro famiglie», confermando che «si è subito attivata per allertare i soccorsi e le forze dell’ordine e per fermare l’aggressore, che è stato preso in custodia, e per garantire il corretto svolgimento delle operazioni di soccorso». Inoltre, la compagnia rende noto di aver attivato un servizio di supporto psicologico per tutti i dipendenti coinvolti direttamente o indirettamente nell’accaduto

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