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La legge di bilancio del governo Meloni: taglio a reddito e Superbonus e tassa su Amazon in arrivo

governo meloni legge di bilancio
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La premier e il ministro Giorgetti prevedono un aumento del deficit al 4,5%. Prima il decreto aiuti e poi la manovra

La prima legge di bilancio del governo Meloni parte da quaranta miliardi di euro. Mentre sarà un decreto a prorogare gli aiuti alle famiglie e alle imprese fino a fine anno. Che assorbiranno anche per tre quarti la dotazione della manovra. Al cui interno avrà un capitolo pensioni e l’allargamento della flat tax per le partite Iva. Mentre taglierà i fondi per il Superbonus 110% e per il reddito di cittadinanza. Nella legge di bilancio cambierà la tassa sugli extraprofitti delle imprese dell’energia. E ci sarà una “tassa verde” per le società di distribuzione come Amazon. Mentre il tetto ai contanti arriverà a 3 mila o 5 mila euro. E il deficit aumenterà: dal 3,9% al 4,5%. Significa da 10 a 22 miliardi di spesa aggiuntiva. Ma è anche «il limite massimo prima di entrare nella zona di rischio», secondo gli investitori internazionali.

La Nadef di Giorgetti

Il cronoprogramma partirà dalla Nota di aggiornamento al Def. Il quadro programmatico, per il quale si attendono i dati Istat in uscita lunedì, dovrebbe fissare l’asticella del deficit a 4,5% nel 2023. Superando così la previsione iniziale del governo Draghi ma con uno spazio di manovra aggiuntivo che potrà andare dai 9 ai 20 miliardi. La Nadef dovrebbe arrivare in consiglio dei ministri per l’approvazione ai primi di novembre. Insieme al rapporto sull’evasione “scomparso“. Poi bisognerà completare l’approvazione della Relazione sull’aggiustamento di bilancio. Che richiede l’approvazione del Parlamento. E permetterà di sbloccare i 9,4 miliardi di euro di “tesoretto” lasciato da Draghi. Il passo successivo sarà un nuovo Decreto Aiuti che prorogherà gli aiuti a imprese e famiglie. E per il quale si cercano risorse nelle pieghe del bilancio. Provando a varare anche un nuovo bonus da 150 euro che dovrebbe essere incassato a gennaio. Si cercano anche le risorse per fermare i tagli dei servizi ai morosi. Con l’introduzione di uno scudo di sei mesi e un maggiore impulso alle rateizzazioni. E la sanatoria per le cartelle fiscali.

La Melonomics e la prima manovra di Giorgia

Il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti avrà il mandato di tagliare le risorse per il reddito di cittadinanza. Per questo Meloni conta anche sulla ministra tecnica Marina Calderone. Le prime ipotesi parlano della possibilità di far decadere il sussidio se si rifiuta una sola proposta di lavoro. Sul Superbonus 110% l’idea è quella di escludere almeno una fascia di immobili dalla possibilità di richiederlo. Per risparmiare qualcosa sui venti miliardi che oggi pesano sul bilancio dello Stato. In ogni caso i tre quarti delle risorse della manovra andrà al pacchetto energia. Il governo vuole tagliare ulteriormente il cuneo fiscale oltre a confermare i due punti di Draghi. Vorrebbe anche estendere il paniere di beni primari su cui l’Iva è al 5%. Nei giorni scorsi alcune ipotesi parlavano di ridurla per tutti i prodotti per i bambini. Per la norma sugli extraprofitti si studiano due correttivi: la modifica della base imponibile o l’innalzamento della percentuale del prelievo. Il tetto ai contanti arriverà a 3 o 5 mila euro. Anche se il presidente dell’Autorità Anticorruzione Giuseppe Busia ha detto che «oltre certi importi ormai non si paga più cash, a meno che non si tratti di attività illegali o di economia sommersa».

La tassa Amazon

La Stampa oggi aggiunge che la norma sugli extraprofitti potrebbe trasformarsi in un’addizionale Irap. E che nella Legge di bilancio ci sarà anche una tassa verde per le grandi società di distribuzione come Amazon. Che utilizzano mezzi inquinanti per la consegna della merce. Il quotidiano dice che per gli investitori internazionali l’asticella del deficit è al limite massimo prima di entrare nella zona di rischio. Mentre Il Messaggero fa sapere che altre risorse potrebbero arrivare dai fondi europei non spesi. Servirà anche una revisione della spesa dei ministeri. Per le pensioni ci sono quattro strade per aggirare la legge Fornero: Quota 41 con vincolo d’età, quota 102-103 flessibile, Opzione Uomo e l’uscita con penalizzazione. Tutte e quattro comportano esborsi importanti per le casse dello Stato. Secondo il Corriere della Sera in discussione ci sarebbe anche un bonus per chi decide di restare al lavoro.

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